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Green deal, i 4 pilastri del piano industriale europeo

Nell’ambito del Green deal, la Commissione europea ha pubblicato il Green deal industrial plan for the Net-zero age, come precedentemente anticipato dalla presidente Ursula von der Leyen, durante il World Economic Forum tenutosi a gennaio.

L’intento dell’Unione Europea è, sempre più concretamente, quello di favorire lo sviluppo di un settore industriale europeo energeticamente efficiente e a basso impatto ambientale, che punti decisamente verso la neutralità climatica entro il 2050.

Il piano industriale europeo è stato pertanto costruito su quattro pilastri fondamentali:

  • semplificazione delle norme
  • velocizzazione dell’iter di accesso ai finanziamenti
  • sviluppo delle competenze necessarie alla transizione energetica
  • libera concorrenza nel mercato unico europeo al servizio della transizione ecologica

Green deal industrial plan: Semplificare le autorizzazioni delle energie rinnovabili

Il primo pilastro del Green deal industrial plan for the Net-zero age, fondamentale anche per la realizzazione dei restanti tre, è la semplificazione dei processi autorizzativi, affinché i progetti nel settore delle rinnovabili possano essere realizzati più rapidamente.

La Commissione europea proporrà il Net-Zero Industry Act, che avrà lo scopo di “individuare gli obbiettivi di capacità industriale a zero emissioni nette e fornire un quadro normativo adatto alla sua rapida diffusione, garantendo autorizzazioni semplificate e rapide, promuovendo progetti strategici europei ed elaborando norme a sostegno dell’espansione delle tecnologie in tutto il mercato unico.

A ciò si aggiungerà il Critical Raw Materials Act per “garantire un accesso sufficiente a materiali, come le terre rare, che sono essenziali per la produzione di tecnologie chiave, e dalla riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica, affinché i consumatori possano beneficiare dei minori costi delle energie rinnovabili.

Green deal industrial plan: velocizzare l’accesso ai finanziamenti

Sbloccare più rapidamente i finanziamenti pubblici a progetti legati alla transizione ecologica. Questo il secondo pilastro del piano industriale europeo nell’ambito del Green deal.

A questo scopo, la Commissione europea ha inviato la bozza del Temporary state aid crisis and transition framework agli Stati membri, col quale intende agevolare la concessione dei finanziamenti statali, in quanto “I finanziamenti pubblici, unitamente ad ulteriori progressi nell’Unione europea dei mercati dei capitali, possono sbloccare gli ingenti finanziamenti privati necessari per la transizione verde.

Inoltre, la Commissione agevolerà l’accesso ai fondi europei ad oggi esistenti per finanziare le nuove tecnologie green e la loro diffusione.

Migliorare le competenze nei settori green

La transizione ecologica promette di creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro. Affinché le aziende possano trovare personale qualificato sarà necessario migliorare le competenze green dei lavoratori nei Paesi UE. Infatti, secondo le stime tra il 35% e il 40% dei posti di lavoro sarà interessata dalla transizione ecologica.

Per sviluppare le competenze dei lavoratori, la Commissione “proporrà di istituire Academy per l’industria a zero emissioni al fine di attuare programmi di miglioramento delle competenze e di riqualificazione nelle industrie strategiche.

Puntare sulla libera concorrenza nel mercato europeo

Il commercio all’interno del mercato unico europeo dovrà fornire il proprio contributo alla transizione. Per facilitare ciò la Commissione intende continuare lo sviluppo di una rete UE di accordi di libero scambio e altre forme di cooperazione con i partner per sostenere la transizione verde.

Inoltre, “la Commissione proteggerà il mercato unico dal commercio sleale nel settore delle tecnologie pulite e si avvarrà dei suoi strumenti per garantire che le sovvenzioni estere non falsino la concorrenza nel mercato unico, anche nel settore delle tecnologie pulite.

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