fbpx

800 685 585

Area Clienti

Agrovoltaico: i vantaggi del fotovoltaico in agricoltura

Il connubio tra agricoltura ed energie rinnovabili è possibile: si chiama agrovoltaico e consiste nello sfruttamento dei terreni agricoli per produrre energia pulita.

Si tratta di impianti fotovoltaici che non intralciano le attività agricole, nemmeno quelle svolte con macchinari di grandi dimensioni, e forniscono energia.

In questo articolo parleremo dei vantaggi di questo tipo di impianti, da quelli ambientali a quelli più concretamente economici e, infine, delle prospettive di crescita nell’immediato futuro nel nostro Paese.

L’agrovoltaico e il consumo di suolo

Costruire impianti fotovoltaici su terreni già adibiti ad altro (in questo caso alla produzione agricola) significa evitare di occupare grandi estensioni di territorio ancora libere e non sfruttate.

In questo senso, riducendo quasi a zero il consumo di suolo, l’agrovoltaico si pone come un’ottima alternativa eco-sostenibile ai tradizionali impianti.

Secondo uno studio di Enea, infatti, gran parte del terreno al di sotto dei pannelli solari (80-90%) può essere lavorato con le comuni macchine agricole.

Il restante 10-20% non è comunque sprecato perché può essere sfruttato in altri modi: per coltivare orti, come pascolo per il bestiame e per tutte quelle attività che non impiegano macchinari di grandi dimensioni.

I vantaggi in termini di consumo di suolo sono, perciò, molto evidenti e promettenti.

Resa energetica

Lo studio citato indaga anche la convenienza dal punto di vista energetico degli impianti agro-fotovoltaici.

Se confrontato, ad esempio, con un impianto a biogas alimentato con mais coltivato sulla stessa superficie, un impianto agrovoltaico genera una quantità di energia per metro quadrato da 20 alle 70 volte maggiore e causa minori emissioni inquinanti.

Per quanto riguarda i costi, invece, secondo una guida pubblicata dal Fraunhofer ISE, i costi di produzione energetica (LCOE) dell’agro-fotovoltaico si attestano tra 0.07 e 0.12 euro al kWh, e sono già competitivi sul mercato dell’energia rinnovabile.

Ambiente e resa agricola

Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, questi i sistemi hanno l’interessante caratteristica di produrre meno emissioni di gas serra, combattendo così il riscaldamento climatico e migliorando la resistenza del settore agroalimentare ai cambiamenti del clima.

Inoltre, gli impianti agrovoltaici possono migliorare e stabilizzare la resa delle colture non irrigate in suoli aridi. Questo perché, assorbendo i raggi solari, sono in grado di ridurre l’evapotraspirazione e la temperatura del suolo.

Questi vantaggi sono risultati evidenti in uno studio del già citato Fraunhofer Institute condotto in Germania.

Nel 2017 i terreni agricoli su cui sono stati installati moduli fotovoltaici su supporti di circa 5 metri, l’efficienza del suolo è migliorata di ben il 160%.

Dati incoraggianti che l’anno successivo, grazie anche a un’estate molto calda, sono stati persino migliori.

Si è trattato di un aumento del raccolto in tre colture (tra le quattro prese in esame): il sedano ha visto un aumento del 12%, le patate e il grano invernale del 3%; solo il trifoglio ha pagato con un -8%.

La combinazione di agricoltura e fotovoltaico permette, pertanto, di incrementare significativamente l’efficienza di utilizzo dei terreni.

Prospettive dell’agrovoltaico in Italia

La strada per rispettare gli obbiettivi fissati dall’Accordo di Parigi, e a livello nazionale dal PNIEC, è ancora lunga.

Puntare sulle rinnovabili e in particolare sul fotovoltaico è l’unica strategia attuabile.

Per arrivare a installare i 32 GWp di nuovi impianti fotovoltaici previsti dal PNIEC entro il 2030, gli impianti su tetto non bastano.

Ecco che il modello dell’agro-fotovoltaico potrebbe essere la soluzione ideale per raggiungere gli obbiettivi prefissati senza aumentare a dismisura il consumo di suolo.

Secondo quanto affermato da Greenpeace, ITALIA SOLARE, Legambiente e WWF in una lettera ai ministri dello Sviluppo economico, Ambiente, Agricoltura e Attività culturali e Turismo, saranno necessari 2 ettari per ogni MWp e «Stimando che circa il 30% di 30-50 GW potrà essere installato sui tetti e su terreni industriali o contaminati, serviranno 40-70 mila ettari circa di terreni agricoli, pari allo 0,2-0,4% dei terreni coltivabili disponibili».

Pare che siano tutti gli elementi per affermare che siamo di fronte a una sfida alla nostra portata. La sinergia tra fotovoltaico e agricoltura potrebbe rivelarsi la chiave per raggiungere gli obbietti fissati dal PNIEC.

Ci auguriamo che questo articolo ti sia piaciuto. Se sei interessato ai temi del risparmio energetico e dell’energia pulita, Futura Energie è il fornitore perfetto per te!

Ti offriamo solo energia certificata da fonti rinnovabili. Questo è il nostro impegno, in linea con i nostri valori.

Scopri di più su di noi o contattaci al numero verde 800 685 585.

A presto!

Scopri le nostre offerte e calcola un preventivo

Calcola un preventivo