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L’Italia è sesto esportatore mondiale di tecnologie delle rinnovabili

Secondo il rapporto “Transizione energetica: la filiera delle tecnologie delle rinnovabili in Italia.”, creato da Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, l’Italia è il sesto Paese esportatore di tecnologie FER (Fonti Energia Rinnovabile) a livello mondiale.

Con il 3% delle esportazioni mondiale, infatti, ci posizioniamo dopo Cina (27%), Germania (11%), Stati Uniti d’America (7%), Giappone e Hong Kong.

Da qui, si evince che a livello europeo il nostro Paese sia secondo solo alla Germania.

Il fatturato complessivo, stimato facendo riferimento a un campione di 400 aziende italiane del settore, è di circa 23 miliardi, con circa 60.000 posti di lavoro (nel 2019).

Altro dato interessante che emerge dal rapporto è che nel settore delle tecnologie FER l’Italia ha un saldo commerciale positivo dal 2013.

E nonostante la pandemia, nel 2020 l’export è calato appena del -2,3%, a differenza del settore manifatturiero che ha subito un crollo del -10%. In questo modo, la filiere delle tecnologie delle rinnovabili ha dimostrato un’ottima resilienza.

Sui brevetti l’Europa batte l’Asia

Tra i brevetti, le tecnologie delle rinnovabili hanno costituito dall’anno 2010 al 2016 quasi il 20% dei brevetti in ambito green a livello mondiale.

Tra questi troviamo:

  • Fotovoltaico: 41%
  • Eolico: 21%
  • Solare termico: 12%
  • Biocarburanti: 8%

Nell’ambito dei brevetti, la Cina non ha il ruolo di leader mondiale come nell’export. Ad esempio, nel commercio di dispositivi fotosensibili per pannelli fotovoltaici detiene il 35%, ma a livello di brevetti si ferma al 4%.

I Paesi europei la fanno da padroni con un terzo dei brevetti totali. Il divario si nota soprattutto nell’eolico dove la quota dei brevetti europei raggiunge il 62%.

Tra i Paesi con più brevetti figura anche l’Italia. Sono circa 1.200 i brevetti italiani nel settore delle FER depositati presso l’European Patent Office (al 2018). Il 55% di questi riguardano il fotovoltaico e il termico, mentre nell’eolico sono il 16%.

Da notare il fatto che circa il 40% dei brevetti FER italiani appartengono a piccole o piccolissime imprese.

Ampi investimenti sull’idrogeno

Nel settore dell’idrogeno, secondo il rapporto di Intesa, in Italia si prospetta la possibilità di creare una filiera competitiva.

Le grandi aziende hanno già annunciato importanti investimenti nel settore, ma il dato più interessante riguarda le piccole e medie imprese. Con la loro grande dinamicità e capacità di innovare, sono già molto attive nella ricerca e nella sperimentazione di tecnologie dell’idrogeno.

Si tratta di circa 120 imprese che producono un fatturato totale di 7 miliardi di euro e nel 2019 davano lavoro a oltre 19.000 persone.

E anche sul fronte brevetti si rivelano molto competitive con circa 2600 brevetti depositati, a sottolineare la propensione all’innovazione continua.

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