
Consumi energetici: non basta il rimbalzo nel terzo trimestre
I consumi energetici nel 2020 sono in risalita dopo il crollo dovuto all’epidemia di Covid-19 ma i livelli del 2019 sono ancora lontani.
Secondo i dati pubblicati nell’ultimo numero dell’analisi trimestrale del sistema energetico nazionale da Enea, l’attività economica del nostro Paese nel terzo trimestre è cresciuta considerevolmente con un aumento del PIL pari al +16%, mentre la produzione industriale ha toccato un +18%.
Di conseguenza, anche i consumi energetici hanno seguito questo trend e hanno visto un aumento del 18% rispetto al trimestre precedente. Questo dato, però, resta più basso del 7% rispetto al 2019.
I consumi energetici nei primi 9 mesi del 2020
Nei primi nove mesi del 2020 il calo dei consumi è stato del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
In particolare nel terzo trimestre, i consumi sono calati del 7% rispetto allo stesso periodo 2019 e le cause sono principalmente il calo della domanda di petrolio (-12%) e del carbone (-30%) e delle importazioni nette di elettricità (-26%).
La domanda di gas, invece, è rimasta abbastanza stabile con un calo dell’1%.
In quanto alle rinnovabili, sono l’unico settore energetico che ha visto una variazione positiva, con un +2%.
Il rimbalzo dei consumi nel terzo trimestre
Come detto, il rimbalzo dell’attività economica sul trimestre precedente ha avuto ripercussioni dirette anche sui consumi energetici, che nonostante questo, però, sono rimasti su livelli inferiori rispetto al 2019.
Più in dettaglio, i dati mostrano cali del 10% a luglio, del 7% ad agosto e del 4% a settembre. Per quanto riguarda ottobre 2020, le stime preliminari parlano di un -1% rispetto al 2019.
Decarbonizzazione ed emissioni di CO2
Dall’analisi trimestrale del sistema energetico nazionale da Enea, emergono anche buone notizie sul fronte della decarbonizzazione del sistema energetico italiano.
Solo nei primi 6 mesi del 2020, il saldo negativo ha toccato i 422 milioni di euro (erano 530 milioni in totale nel 2019). Questo grazie quasi esclusivamente all’importazione di veicoli elettrici, veicoli ibridi e accumulatori agli ioni di litio.
Anche sul fronte delle emissioni emergono segnali confortanti. Il calo delle emissioni, infatti, fa pensare che questo andamento per la fine del 2020 sarà in linea con gli obiettivi di riduzione fissati per il 2030.
Questa riduzione osservata nei primi tre trimestri, però, è stata causata per circa 2/3 dalla diminuzione del PIL. Il restante terzo, invece, è da attribuire a rinnovabili, accelerazione della decarbonizzazione nel settore elettrico e riduzione dell’intensità energetica dell’economia italiana.
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Lo stoccaggio dell’energia elettrica per la transizione verde
Per vincere la sfida delle rinnovabili, è necessario avere a disposizione sistemi di stoccaggio dell’energia elettrica affidabili.
Solare ed eolico, infatti, sono fonti intermittenti e che non sono disponibili 24 ore su 24.
Ecco perché, se le fonti d’energia rinnovabile sono state in forte crescita nell’ultimo decennio, presto esploderà anche lo stoccaggio.
Secondo un recente rapporto della società di ricerca Wood Mackenzie, il mercato globale dello stoccaggio di energia crescerà con un tasso annuale composto del 31% entro il 2030.
Ci si aspetta che la crescita inizi ad accelerare proprio alla fine di quest’anno per supportare la transizione verso un sistema sostenibile.
Intanto, le grandi potenze mondiali ne hanno compreso l’importanza e si stanno muovendo in questa direzione.
L’Europa dà priorità allo stoccaggio dell’energia
Il Parlamento Europeo è decisamente orientato verso la necessità di potenziare i sistemi di stoccaggio dell’energia elettrica in Europa.
In una relazione non legislativa approvata il 2 luglio scorso, gli eurodeputati hanno delineano la loro strategia per lo stoccaggio dell’energia, affermando che esso sarà cruciale per il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.
Secondo Claudia Gamon, (relatore – Renew Europe, AT):
“L’immagazzinamento dell’energia sarà essenziale per la transizione verso un’economia decarbonizzata basata su fonti di energia rinnovabili. Poiché l’elettricità generata dall’energia eolica o solare non è sempre disponibile nelle quantità necessarie, dovremo immagazzinarne maggiori quantità.
Oltre alle tecnologie che già sappiamo funzionare bene, come lo stoccaggio d’acqua per pompaggio, anche altre tecnologie ricopriranno un ruolo fondamentale in futuro, come le tecnologie per le batterie, lo stoccaggio termico e l’idrogeno verde.
Queste tecnologie dovranno avere accesso al mercato per garantire una fornitura costante di energia ai cittadini europei”.
L’Europa, però, non è la sola a muoversi in questa direzione.
Anche negli Stati Uniti d’America e in Cina, i più grandi consumatori d’energia del mondo, il settore dello stoccaggio si sta sviluppando.
Il primato spetta agli USA
Nonostante le politiche a favore dei combustibili fossili anche in America il settore dello stoccaggio dell’energia sta vedendo un grande sviluppo.
Grazie a finanziamenti, sia da fonti private che governative, stanno nascendo nuove aziende e si stanno sviluppando nuove tecnologie sulla spinta della crescente necessità di accumulare energia.
Non è casuale che Wood Mackenzie preveda che saranno proprio gli Stati Uniti ad avere il maggiore aumento di capacità di stoccaggio nel prossimo decennio.
Parliamo del 49% sull’incremento totale della capacità di stoccaggio, che equivale a 365 GWh.
Questo grazie agli obiettivi di energia pulita fissati a livello statale e al costante calo dei costi degli impianti solari ed eolici.
Stoccaggio dell’energia Vs combustibili fossili
Gli investimenti nelle rinnovabili sono in continua crescita (es. eolico offshore +319%) e il settore ha dimostrato grande resistenza di fronte alla forte diminuzione della domanda di energia durante la pandemia.
Nonostante ciò, la loro affidabilità a lungo termine dipenderà dallo stoccaggio, perché esso avrà il compito di sopperire ai fisiologici cali di produzione.
Ad oggi, è difficile pensare che l’immagazzinamento dell’energia possa escludere i combustibili fossili dal mercato, ma resta una condizione fondamentale affinché l’energia pulita diventi comoda e conveniente.
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Olio di palma: la maggior parte diventa biocombustibile
È ormai noto quanto le coltivazioni di palme da olio contribuiscano alla deforestazione nelle regioni tropicali.
Soprattutto in Indonesia e Malesia, grandi estensioni di foreste vengono abbattute per far spazio alle palme, con gravissime conseguenze per il clima mondiale, gli ecosistemi e la diffusione di virus d’origine zoologica.
Quello che pochi sanno, però, è che l’olio di palma utilizzato nell’industria alimentare rappresenta solo una percentuale minoritaria. Il 67% delle importazioni europee di olio di palma e il 70% di quelle italiane, infatti, sono destinate alla produzione di biocarburanti e bioenergie.
Dal nuovo dossier di Legambiente emerge che in Italia si è bruciato nel 2019 oltre un milione di tonnellate di olio di palma, oltre a 150 mila tonnellate di olio di semi di girasole, e 80 mila tonnellate di olio di soia.
Legambiente ha poi calcolato i costi che cittadini e imprese devono pagare indirettamente per un prodotto che provoca la distruzione delle foreste tropicali e aumenta la CO2 nell’atmosfera. Si tratta di 16 euro a testa all’anno per carburanti “rinnovabili”, per un totale di circa 300 milioni di euro nel 2019, solo per l’olio di palma.
In aggiunta, paghiamo una piccola quota nella bolletta dell’elettricità per i biocombustibili (69% da olio di palma e di soia), per un totale che si avvicina ai 600 milioni di euro. 900 milioni in tutto.
L’olio vegetale non è una fonte d’energia rinnovabile e non va fatta passare come tale.
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Voltura o subentro? Facciamo chiarezza
Spesso confuse, a causa dell’uso dei due termini come sinonimi, tra queste due pratiche esiste una chiara distinzione.
La voltura
La voltura delle utenze è necessaria quando c’è stato un cambio di proprietà dell’immobile o un nuovo inquilino ha affittato un appartamento. Si tratta di un semplice cambio di intestazione del contratto già in essere e stipulato dai precedenti proprietari o inquilini.
Questa modifica avviene nel giro di poco tempo e senza che vi sia un’interruzione del servizio di fornitura di energia. Le condizioni economiche saranno quelle del nuovo contratto, che dovrà essere accettato in toto e starà al nuovo intestatario valutare quanto il procedimento sia conveniente, in base alle proprie esigenze.
Come spiegheremo più avanti, potrebbe essere necessario doversi accollare eventuali morosità pregresse a seconda che si scelga la voltura con accollo o meno.
Il subentro
Il subentro, altresì, è una procedura che presuppone l’interruzione dell’erogazione del servizio energetico con la cessazione del contratto precedente. Il contatore viene bloccato dai precedenti proprietari o inquilini per poi essere riattivato dai nuovi. Il subentro corrisponde, infatti, alla stipula di un nuovo contratto.
Il subentro avviene, quindi, tra due contratti distinti con l’interruzione della continuità contrattuale e, di conseguenza, della fornitura del servizio.
È una procedura che necessita di più tempo rispetto alla voltura, a causa delle sue caratteristiche.
Voltura: Con accollo e priva di accollo
Quando il neo intestatario manifesta la volontà di non modificare le condizioni contrattuali, accettando di saldare anche le eventuali pendenze del precedente inquilino, si parla di voltura con accollo.
Questa procedura però non è assolutamente obbligatoria. Il nuovo utente possiede pieno diritto di optare, invece, per una voltura priva di accollo che lo libera da ogni debito pregresso e non contratto da lui. Inoltre, la voltura senza accollo consente di cambiare alcune condizioni contrattuali.
Quanto costa la voltura?
I costi della voltura sono piuttosto contenuti ma variano in piccola misura a seconda che si tratti di un contratto del mercato libero o del mercato tutelato.
Nel mercato libero i costi della voltura saranno:
- 25,86€ + IVA di contributo amministrativa
- La prestazione commerciale, nel caso in cui ci sia stata
- L’imposta di bollo prevista dalla legge di 16€, anche se solitamente non viene addebitata
Nel mercato tutelato, invece, avremo:
- 25,86€ + IVA per oneri amministrativa
- 23€ + IVA di contributo fisso
- L’imposta di bollo da 16€
Nel caso in cui il cliente scelga il pagamento della bolletta tramite bollettino postale, il fornitore richiederà un deposito cauzionale in aggiunta ai costi elencati sopra. Con Futura Energie i clienti privati pagheranno un contributo fisso di 50€ per l’energia elettrica e di 75 € per il gas.
Per quanto riguarda i clienti business, l’importo massimo di tale deposito per l’energia elettrica è di 11,5€ al chilowatt, mentre per il gas varia in base al consumo:
- 30€ fino a standard metri cubi/anno
- 90€ da 500 a 1500 standard metri cubi/anno
- 150€ da 1500 a 2500 standard metri cubi/anno
- 300€ da 2500 a 5000 standard metri cubi/anno.
Voltura o subentro: Qual è la scelta giusta?
Come detto precedentemente la voltura è una procedura senza interruzione del contratto, un semplice cambiamento di intestazione. I vantaggi per il cliente sono:
- Nessuna interruzione del servizio
- Tempi brevi per la realizzazione
- Spese ridotte
È perciò conveniente e pratica per ha necessità di iniziare a usufruire del servizio in tempi brevi e non è interessato a rinegoziare un nuovo contratto.
Il subentro, invece, consente di:
- Liberarsi da eventuali vincoli economici con il precedente titolare
- Negoziare un nuovo contratto scegliendo l’offerta che più si adatta alle proprie esigenze, anche con un nuovo fornitore di energia
Questa opzione, a parte i casi in cui sia obbligata a causa della cessazione del precedente contratto, è consigliabile quando si acquista un immobile da un proprietario in difficoltà economiche. Un subentro sgraverà il nuovo cliente da ogni morosità in sospeso.
Effettuare una voltura senza accollo
Richiedere la voltura non necessita di molta documentazione. La scelta più pratica è sicuramente farsi rilasciare l’ultima bolletta dal precedente intestatario, da cui la società potrà risalire facilmente al contratto. Ecco di quali dati e documenti disporre:
- Codice POD, per l’energia elettrica
- Codice PDR, per il gas
- Cambio di proprietà dell’immobile o copia del contratto d’affitto
- Documento d’identità e codice fiscale
- Lettura del numero del contatore
- Nel caso di decesso del predecessore, divorzio o eredità, documentazione che attesti queste condizioni.
Nessuna sorpresa
Voltura e subentro sono procedure semplici e trasparenti, perciò niente paura!
Chiedici informazioni al numero verde 800 685 585, insieme troveremo la soluzione giusta per te.
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