
ASOS e ARIM: gli oneri di sistema
Quando riceviamo la nostra bolletta e scorriamo tutte le voci di spesa, ce n’è una che appare un po’ misteriosa. Si tratta della voce “Oneri di sistema” e il fatto che non dipendano dall’effettivo consumo di energia ci infastidisce un po’, ammettiamolo.
Purtroppo, gli oneri di sistema non sono eliminabili e devono essere pagati da tutti i clienti, che siano residenti o non, e qualsiasi sia il fornitore scelto e il contratto sottoscritto.
A quanto ammontano?
Questa pesante voce della bolletta dell’energia elettrica ammonta al 20% del totale. Si tratta di una tassa composta da tanti costi di origini diverse, li analizzeremo più nel dettaglio nel prossimo paragrafo.
Prima, però, vogliamo sfatare un mito. Spesso si sente dire che negli oneri di sistema sarebbero compresi anche importi di bollette non pagate da clienti morosi. Non è assolutamente così, ve lo possiamo assicurare.
Gli importi non pagati, infatti, vengono recuperati attraverso altri canali.
Gli oneri di sistema nel dettaglio
Per spiegare la composizione della voce “Oneri di sistema”, facciamo riferimento al sito della ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.
Ecco la definizione che viene data degli oneri di sistema:
“Sono gli importi fatturati per coprire i costi relativi ad attività di interesse generale per il sistema elettrico. Tali importi sono pagati da tutti i clienti finali del servizio elettrico.
In particolare per:
- messa in sicurezza del nucleare e misure di compensazione territoriale;
- incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate;
- copertura delle agevolazioni tariffarie riconosciute per il settore ferroviario;
- sostegno alla ricerca di sistema;
- copertura del bonus elettrico (non per i beneficiari del bonus sociale);
- copertura delle agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia;
- integrazioni delle imprese elettriche minori e promozione efficienza energetica.”
Da questa definizione, quindi, risulta chiaro che l’introduzione del oneri di sistema ha lo scopo di rispondere a esigenze di interesse nazionale e raggiungere obbiettivi di utilità pubblica: uno tra tutti, incentivare con investimenti significativi il passaggio a fonti d’energia rinnovabili e pulite.
Accanto a voci riguardanti la fornitura d’energia e l’innovazione, ne notiamo altre che rientrano maggiormente nella sfera fiscale e potrebbero essere spostate sulla fiscalità generale.
ASOS? ARIM? Di che si tratta?
Allo scopo di semplificare la bolletta, le voci elencate nel paragrafo precedente sono state aggregate in queste due sigle:
- ASOS. Ovvero, oneri generali relativi al sostegno delle energie da fonti rinnovabili e alla cogenerazione CIP 6/92 (16% del totale della bolletta. Dati ARERA, 2019)
- ARIM, che raccoglie i rimanenti oneri generali.
Questo significa che nelle nostre bollette troveremo soltanto queste due voci che raggruppano le precedenti.
Ad esempio, la vecchia voce di spesa A3, da sempre la più onerosa, è inserita ora tra gli ASOS.
Come possiamo evitarli?
La risposta è che non possibile. I rivenditori che affermano di addebitare al cliente solo il costo dell’energia non sono del tutto sinceri.
Gli oneri di sistema, infatti, vanno pagati in ogni caso e quindi saranno presenti all’interno del costo del kWh.
Gli oneri di sistema sono costi fissi, ma possiamo sempre risparmiare scegliendo il fornitore giusto.
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Passaggio al mercato libero: termine prorogato a gennaio 2022
In un nostro recente articolo abbiamo parlato dell’imminente passaggio al mercato libero di tutte le utenze ancora fornite dal mercato tutelato.
Il mercato detto tutelato, o di tutela, è a metà tra fornitura statale e mercato libero. Prevede, infatti, che i prezzi siano decisi dalle autorità pubbliche.
In particolare, sia che i fornitori siano privati o statali, i prezzi sono stabiliti dall’ARERA (Autorità pubblica per l’energia).
Ad oggi conta ancora circa 18 milioni di utenti nel settore elettrico e 9,6 milioni di utenti in quello del gas, si tratta per la maggior parte di famiglie e piccole aziende.
C’è tempo fino al 2022
Il termine per il passaggio al mercato libero, inizialmente stabilito per il primo luglio 2020, è stato prorogato al primo gennaio del 2022.
In Parlamento è ancora in corso la discussione con una serie di emendamenti proposti, ma per ora il termine non sarà modificato e resterà come stabilito dal decreto legge Milleproroghe.
Questo significa che, se non lo aveste ancora fatto, avete ancora circa due anni per trovare il vostro nuovo gestore nel mercato libero.
Non dovete fare altro che scegliere, tra le tante offerte presenti sul mercato, quella più adattata alle vostre esigenze.
Questo è sicuramente il momento ideale per assicurarsi un contratto di fornitura energetica davvero conveniente.
E se tra i valori che prendete in considerazione quando scegliete un fornitore ci sono risparmio, comodità e rispetto dell’ambiente, vi invitiamo a valutare le nostre offerte per privati e aziende a questa pagina o chiamando il numero verde 800 685 585.
Se non passo al mercato libero entro il gennaio 2022 cosa succede?
La preoccupazione è legittima. La prospettiva che la fornitura sia interrotta in attesa dell’attivazione di un nuovo contratto di luce e gas è comprensibilmente piuttosto spiacevole.
In realtà, però, questo rischio non esiste affatto.
Il mancato passaggio al mercato libero, infatti, non comporterà né l’interruzione della fornitura elettrica e del gas, né spiacevoli sanzioni in bolletta.
L’utente che non avesse ancora effettuato il passaggio alla scadenza del termine continuerà a usufruire del servizio fino a quando non sarà stato in grado di fare la propria scelta.
In caso di ritardato passaggio, infatti, l’utente verrà assegnato al servizio di salvaguardia.
Questo significa che sarà affidato a un fornitore scelto attraverso una gara indetta dall’Acquirente unico, una società pubblica controllata dal GSE (il Gestore dei Servizi Energetici) e istituita a questo scopo.
Non facciamoci prendere dal panico, quindi. Non c’è pericolo di rimanere al buio!

Come si effettua il passaggio?
Passare al mercato libero è facile e veloce. Di offerte ne troverete tante ma se avete a cuore la salute dell’ambiente, oltre che il risparmio, Futura Energie è il fornitore giusto per voi.
Contattateci al numero verde 800 685 585 e risponderemo a tutte le vostre domande. Siamo a vostra disposizione!


Dieci semplici modi per risparmiare sulla bolletta del gas
Tra tutte le voci di consumo in un’abitazione privata, quella del gas per il riscaldamento e la cottura dei cibi è decisamente la più costosa.
Come fare, quindi, a limitare la spesa per il gas senza rinunciare al comfort delle nostre case?
Ecco 10 semplici accorgimenti che permettono di tagliare significativamente la bolletta del gas
1. Efficientare il proprio impianto
Per ridurre il consumo di gas è estremamente consigliabile installare una caldaia a condensazione.
Si tratta di una caldaia ad acqua calda nella quale avviene la condensazione del vapore acqueo dei fumi di scarico.
Il vantaggio del suo funzionamento è che la caldaia è in grado di recuperare il calore latente di condensazione e, di conseguenza, ottenere una maggiore efficienza energetica rispetto a una caldaia tradizionale.
Può apparire come un grosso investimento ma ne vale davvero la pena.
Installare una caldaia a condensazione, infatti, può determinare un risparmio che si aggira intorno al 30 per cento del consumo di gas.
Oltre alla caldaia esiste un altro intervento che può notevolmente aumentare la capacità di riscaldamento del vostro impianto, ovvero l’installazione di pannelli radianti.
I pannelli radianti sono sistemi di riscaldamento che sfruttano tubazioni posizionate sotto i pavimenti, nelle pareti o nel soffitto e riscaldano uniformemente le stanze.
2. Utilizzare pompe di calore o il solare termico
Si tratta di sistemi di riscaldamento piuttosto convenienti che non utilizzano il gas ma altre forme d’energia.
3. Installare valvole termostatiche sui termosifoni
Le valvole termostatiche permettono di regolare il gas utilizzato.
Sono importanti per evitare sprechi molto comuni come il calore eccessivo diffuso dai termosifoni e la loro accensione fuori orario.
4. Moderare la temperatura dell’abitazione
Molto spesso tendiamo a esagerare con il riscaldamento, mantenendo nella nostra casa una temperatura eccessiva e non necessaria.
Durante il giorno, infatti, la temperatura ottimale dovrebbe oscillare tra i 19 e i 20 gradi.
Mentre la notte, 18 gradi possono essere sufficienti al nostro benessere.
È importante sapere che l’aumento di un solo grado nella temperatura interna della casa comporta un aumento del 6 per cento del consumo di gas.
5. Sostituire gli infissi
Avere una caldaia efficiente e moderare la temperatura può rivelarsi vano se gli infissi dell’abitazione sono vecchi e efficienti. Questo comporta un’enorme dispersione di calore facendoci spendere molto di più.
La scelta migliore in questi casi è di investire sulla qualità degli infissi e sostituire quelli vecchi.
È un investimento di lungo periodo che sarà compensato dal risparmio in bolletta per molti anni a venire.
Inoltre, per ammortizzare fin da subito la spesa possiamo usufruire dei vari incentivi alla ristrutturazione delle abitazioni che vengono proposti dallo Stato italiano.
Una soluzione davvero economica e pratica, però, può essere quella di provare dei semplici paraspifferi da posizionare lungo i bordi degli infissi.
6. Lasciare liberi i termosifoni
Spesso abbiamo la cattiva abitudine di accumulare oggetti davanti ai termosifoni o, persino, di collocarci un piccolo mobile pensando che ciò non infici la loro capacità di riscaldamento.
Qualsiasi barriera, che si rappresentata da un oggetto o una tenda spessa, disperde una significativa quantità di calore e determina uno spreco di gas.
Lasciamo liberi da impedimenti i nostri termosifoni, aggiungendo magari dei fogli termoisolanti per evitare che il calore si disperda nei muri retrostanti e quindi all’esterno.
7. Usare il buon senso
Individuiamo quelle stanze che sono poco utilizzate, e che quindi non necessitano di molto calore, e spegniamo i termosifoni.
Facile no?
8. Non tenere le finestre aperte per troppo tempo
Siamo abituati ad aprire le finestre per cambiare aria, soprattutto la mattina.
È una buona abitudine motivata dall’igiene e la buona salute, ma può anche disperdere molto calore e farci consumare molto più gas.
Durante l’inverno, in particolare, è consigliabile cambiare aria alla casa quando i termosifoni sono spenti, ad esempio la mattina presto.
9. Moderare il consumo d’acqua calda
A tutti noi piace usare l’acqua calda ma spesso esageriamo e ne consumiamo davvero troppa.
Esiste una soluzione molto semplice e pratica per ridurre il consumo di acqua calda, ovvero applicare un riduttore di flussi ai nostri rubinetti.
Si tratta di uno strumento acquistabile in qualsiasi ferramenta, che con pochi euro di spesa, farà una differenza consistente nella nostra bolletta.
10. Prestare attenzione quando si cucina
Sembrerà un consiglio banale ma scegliere la piastra delle dimensioni giuste per ogni padella, e usare un coperchio, può davvero ridurre il nostro consumo di gas e farci risparmiare.
Un altro trucchetto da tenere a mente consiste nel spegnere il gas poco prima della fine della cottura.
In questo modo sfrutteremo il calore residuo accumulato dal pentola.
Un ultimo consiglio!
Speriamo che questi consigli possano esservi utili e vi invitiamo a metterli subito in pratica!
Senza un’offerta di gas conviene e trasparente, però, risparmiare è davvero difficile.
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Voltura o subentro? Facciamo chiarezza
Spesso confuse, a causa dell’uso dei due termini come sinonimi, tra voltura e subentro esiste una chiara distinzione.
La voltura
La voltura delle utenze è necessaria quando c’è stato un cambio di proprietà dell’immobile o un nuovo inquilino ha affittato un appartamento. Si tratta di un semplice cambio di intestazione del contratto già in essere e stipulato dai precedenti proprietari o inquilini.
Questa modifica avviene nel giro di poco tempo e senza che vi sia un’interruzione del servizio di fornitura di energia. Le condizioni economiche saranno quelle del nuovo contratto, che dovrà essere accettato in toto e starà al nuovo intestatario valutare quanto il procedimento sia conveniente, in base alle proprie esigenze.
Come spiegheremo più avanti, potrebbe essere necessario doversi accollare eventuali morosità pregresse a seconda che si scelga la voltura con accollo o meno.
Il subentro
Il subentro, altresì, è una procedura che presuppone l’interruzione dell’erogazione del servizio energetico con la cessazione del contratto precedente. Il contatore viene bloccato dai precedenti proprietari o inquilini per poi essere riattivato dai nuovi. Il subentro corrisponde, infatti, alla stipula di un nuovo contratto.
Il subentro avviene, quindi, tra due contratti distinti con l’interruzione della continuità contrattuale e, di conseguenza, della fornitura del servizio.
È una procedura che necessita di più tempo rispetto alla voltura, a causa delle sue caratteristiche.
Voltura: con accollo e priva di accollo
Quando il neo intestatario manifesta la volontà di non modificare le condizioni contrattuali, accettando di saldare anche le eventuali pendenze del precedente inquilino, si parla di voltura con accollo.
Questa procedura però non è assolutamente obbligatoria. Il nuovo utente possiede pieno diritto di optare, invece, per una voltura priva di accollo che lo libera da ogni debito pregresso e non contratto da lui. Inoltre, la voltura senza accollo consente di cambiare alcune condizioni contrattuali.
Quando costa la voltura?
I costi della voltura sono piuttosto contenuti ma variano in piccola misura a seconda che si tratti di un contratto del mercato libero o del mercato tutelato.
Nel mercato libero i costi della voltura saranno:
- 25,86€ + IVA di contributo amministrativa
- La prestazione commerciale, nel caso in cui ci sia stata
- L’imposta di bollo prevista dalla legge di 16€, anche se solitamente non viene addebitata
Nel mercato tutelato, invece, avremo:
- 25,86€ + IVA per oneri amministrativa
- 23€ + IVA di contributo fisso
- L’imposta di bollo da 16€
Nel caso in cui il cliente scelga il pagamento della bolletta tramite bollettino postale, il fornitore richiederà un deposito cauzionale in aggiunta ai costi elencati sopra. Con Futura Energie i clienti privati pagheranno un contributo fisso di 50€ per l’energia elettrica e di 75 € per il gas.
Per quanto riguarda i clienti business, l’importo massimo di tale deposito per l’energia elettrica è di 11,5€ al chilowatt, mentre per il gas varia in base al consumo:
- 30€ fino a standard metri cubi/anno
- 90€ da 500 a 1500 standard metri cubi/anno
- 150€ da 1500 a 2500 standard metri cubi/anno
- 300€ da 2500 a 5000 standard metri cubi/anno.
Voltura o subentro? Qual è la scelta giusta?
Come detto precedentemente la voltura è una procedura senza interruzione del contratto, un semplice cambiamento di intestazione. I vantaggi per il cliente sono:
- Nessuna interruzione del servizio
- Tempi brevi per la realizzazione
- Spese ridotte
È perciò conveniente e pratica per ha necessità di iniziare a usufruire del servizio in tempi brevi e non è interessato a rinegoziare un nuovo contratto.
Il subentro, invece, consente di:
- Liberarsi da eventuali vincoli economici con il precedente titolare
- Negoziare un nuovo contratto scegliendo l’offerta che più si adatta alle proprie esigenze, anche con un nuovo fornitore di energia
Questa opzione, a parte i casi in cui sia obbligata a causa della cessazione del precedente contratto, è consigliabile quando si acquista un immobile da un proprietario in difficoltà economiche. Un subentro sgraverà il nuovo cliente da ogni morosità in sospeso.
Effettuare una voltura senza accollo
Richiedere la voltura non necessita di molta documentazione. La scelta più pratica è sicuramente farsi rilasciare l’ultima bolletta dal precedente intestatario, da cui la società potrà risalire facilmente al contratto. Ecco di quali dati e documenti disporre:
- Codice POD, per l’energia elettrica
- Codice PDR, per il gas
- Cambio di proprietà dell’immobile o copia del contratto d’affitto
- Documento d’identità e codice fiscale
- Lettura del numero del contatore
- Nel caso di decesso del predecessore, divorzio o eredità, documentazione che attesti queste condizioni.
Nessuna sorpresa
Voltura e subentro sono procedure semplici e trasparenti, perciò niente paura!
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MERCATO LIBERO E SERVIZIO TUTELATO: TUTTO CIO’ CHE C’E’ DA SAPERE
Dal primo luglio 2020 sarà obbligatorio per tutti l’adesione al mercato libero dell’energia. Una scelta indirizzata a favorire la libera concorrenza nel mercato dell’energia, che permetterà ai clienti di scegliere la migliore tariffa tra le offerte proposte dalle compagnie private.
Il processo di privatizzazione del mercato dell’energia è iniziato a partire dagli anni ’90 con il decreto Bersani proseguendo nel 2003 con la liberalizzazione della fornitura di gas e nel 2007 con quella dell’energia elettrica. Un percorso giuridico travagliato che si è concluso nell’agosto del 2017 con l’approvazione del ddl Concorrenza da parte del Senato e si concretizzerà tra meno di un anno.
Le ragioni del rinvio al prossimo luglio sono di carattere giuridico e organizzativo. Lo Stato, infatti, con questa proroga si è garantito il tempo necessario per predisporre un adeguato sistema di regolamenti e di controlli. Ciò al fine di scongiurare offerte poco chiare, o persino ingannevoli, da parte dei fornitori di energia nei confronti dei clienti che si troveranno obbligati a scegliere un’offerta. Si tratta, perciò, di una scelta volta a tutelare i diritti dei consumatori.
Ad oggi nel mercato tutelato troviamo ancora circa il 60% della clientela nazionale complessiva, sia nel settore luce che nel settore gas. Da luglio del prossimo anno questa grossa fetta della clientela si riverserà nel mercato libero, ma per venire incontro a chi non ha mai cambiato fornitore, il cambiamento sarà graduale. A questo scopo, infatti, sono state messe a disposizione dei clienti diverse offerte alternative, come la Tutela simile e le offerte PLACET.
In che modo i clienti possono verificare a quale regime appartenga il proprio contratto?

A causa dei continui provvedimenti governativi in materia e dei vari rinvii, è comprensibile un po’ di confusione a riguardo tra la clientela. In realtà, verificare a quale regime appartenga il proprio contratto è piuttosto semplice. Nella parte alta della bolletta, infatti, ogni fornitore è tenuto a riportare chiaramente questa informazione inserendo la dicitura “Mercato libero dell’energia” oppure “Servizio di Maggior Tutela”.
Nel caso in cui non abbiate mai cambiato operatore da quando è avvenuta la prima parziale liberalizzazione, allora saprete con certezza di essere tuttora nel mercato tutelato.
Quali sono i vantaggi del passaggio dal mercato tutelato a quello libero?
Vediamo ora nel dettaglio che cosa cambierà e quali conseguenze ci saranno sulle vostre bollette.
Nel mercato tutelato i prezzi dell’energia sono stabiliti da un organismo statale, l’ARERA (ex AEEGSI), ovvero l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che aggiorna le tariffe su base trimestrale. Ciò significa che i costi delle bollette sono direttamente influenzati dalle oscillazioni dei prezzi delle materie prime e possono variare in maniere significativa da un anno all’altro.
L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ha anche il compito di stabilire le condizioni contrattuali che devono proporre gli operatori e di vigilare affinché queste ultime vengano effettivamente applicate. Tali condizioni riguardano aspetti essenziali come la durata del contratto (e il rinnovo dello stesso), il diritto di recesso e la periodicità delle bollette.
Questo tipo di mercato, pur avendo l’importante scopo di regolare i prezzi, non consentiva ai clienti di scegliere tra diverse offerte.
Dal luglio prossimo, invece, analogamente a ciò che già avviene nel settore della telefonia, con l’avvento del mercato libero si darà spazio alla libera concorrenza tra le aziende private. I consumatori, pertanto, avranno il diritto di scegliere la tariffa di luce e gas più conveniente e adatta al proprio profilo. Inoltre, pur dipendendo dal costo variabile delle materie prime e della produzione, i prezzi di molte offerte sul mercato restano fissi per tutta la durata contrattuale, anche se il costo dell’energia aumenta. Un cambiamento non trascurabile per le famiglie, che non correranno più il rischio di trovare brutte sorprese nella loro bolletta.
Un ulteriore vantaggio del mercato libero è indubbiamente la possibilità per il cliente di avere un unico gestore per elettricità e gas, grazie alle offerte dual, che non esistevano nel mercato tutelato.

Quanto si risparmia aderendo a un’offerta del mercato libero dell’energia?
Innanzi tutto dobbiamo ricordare che la differenza tra mercato libero e mercato tutelato dell’energia riguarda solo le voci relative alla fornitura e alla commercializzazione delle bollette; i costi per le reti, la manutenzione, il contatore e le imposte rimarranno le stesse del vecchio regime. Nonostante questo, i prezzi dell’energia nel mercato libero saranno mediamente più bassi del 10%, consentendo un risparmio intorno ai 250€.
Si tratta di un’ottima notizia per i consumatori che acquisteranno un certo potere contrattuale e non saranno più obbligati ad accettare delle tariffe che non hanno scelto.
È conveniente attendere il termine ultimo per effettuare il passaggio al mercato libero dell’energia?
Come abbiamo già accennato precedentemente, il prezzo dell’energia sui mercati è, purtroppo, in continua crescita, a causa del costante aumento del prezzo delle materie prime. Questo trend mette gli operatori di fronte a un’unica scelta: adeguare le proprie offerte e proporre alla clientela tariffe più onerose.
Per questa ragione la migliore strategia da parte del consumatore che non ha ancora aderito al libero mercato è quella farlo il prima possibile, in modo tale da approfittare di un prezzo più basso, prima che i costi delle materie prime lievitino ulteriormente. La scelta migliore è rappresentata senza dubbio da una tariffa fissa, con prezzo bloccato per tutta la durata dell’offerta contrattuale.
Quali sono i costi del passaggio al mercato libero? Sono previsti disagi?
Anche su questo fronte non dobbiamo aspettarci brutte sorprese, come costi imprevisti e penali particolarmente onerose: il passaggio avverrà automaticamente, senza interruzione dell’erogazione dell’energia, e non sarà necessario un intervento da parte di un tecnico. Il tutto è totalmente gratuito.
In conclusione, possiamo affermare che, pur essendo una scelta non derogabile, si tratti di una buona opportunità per i clienti. Il consiglio, però, è di valutare attentamente tutte le proposte per fare una scelta consapevole e vantaggiosa per sé e per l’ambiente: solo poche aziende, infatti, possono affermare di fornire energia prodotta da fonti rinnovabili e quindi pulita e sostenibile. Futura Energie è orgogliosamente una di queste: naviga il nostro sito e scopri le nostre tariffe vantaggiose.
Un’ultima cosa… Buon risparmio a tutti!
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