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Scarsità d’acqua, siamo a gennaio e sembra già estate

La scarsità d’acqua in Italia ha assunto ormai le proporzioni di un’emergenza. Siamo appena alla fine di gennaio, l’inverno è ancora lungo, ma la quantità d’acqua di fiumi e laghi è a livelli normalmente registrarti nel periodo estivo.

A essere maggiormente colpite dalla mancanza d’acqua sono state le regioni del Nord Italia, mentre nel Centro la crisi è meno preoccupante e nel Sud Italia la disponibilità è piuttosto buona. In particolare, i territori della Lombardia e del Piemonte destano preoccupazione per lo stato del manto nevoso ben oltre i livelli di guardia: il 57,6% in meno rispetto alla media. Anche i laghi sono in sofferenza: il lago di Como ha perso il 66% del volume, l’Iseo il 33% e il lago Maggiore ha perso 50 milioni di metri cubi.

L’allarme è stato lanciato dall’osservatorio dell’Anbi, l’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue.

Le cause della scarsità d’acqua nella nostra Penisola

Il livello di fiumi e laghi dipende direttamente dal volume delle nevicate che si verificano in alta quota. Con le normali nevicate invernali si forma una sorta di bacino di riserva che alimenterà i corsi d’acqua, ma quest’anno le precipitazioni sono state scarse praticamente ovunque.

Inoltre, le temperature sono state anomale e in montagna hanno superato largamente le medie stagionali. A Capodanno, ad esempio, abbiamo assistito a ondate di calore che hanno portato le temperature sulle Alpi, oltre i 1500 metri, a 14°C sopra la media. Lo zero termico, di conseguenza, si è spostato spesso a quote altissime come dovrebbe avvenire solamente in primavera, o persino, in estate.

Il risultato di queste anomalie climatiche è stata una riduzione notevole del volume d’acqua. Nel Po, ad esempio, è stata rilevata una portata dimezzata rispetto a quella di un anno fa e a Piacenza ha toccato i minimi storici: un flusso di 379,7 metri cubi al secondo.

Una minaccia globale

La mancanza d’acqua non è un problema unicamente del territorio italiano. Secondo l’Onu, il pianeta potrebbe trovarsi di fronte a un carenza idrica globale del 40% entro il 2030. A causarla sarebbero il riscaldamento globale e l’aumento globale dei consumi.

Il Rapporto mondiale delle Nazioni unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2020 ha mostrato come circa 4 miliardi di persone nel mondo si trovino già in condizioni di grave scarsità fisica di acqua per almeno un mese all’anno.

Allo stesso tempo, il consumo di acqua è aumentato di 6 volte negli ultimi 100 anni e non accenna a fermarsi; cresce a un tasso di circa l’1% all’anno. Le cause sono da ricercasi nella crescita demografica e nell’evoluzione dei modelli di produzione e consumo delle risorse.

Inoltre, quando l’economia di una regione dipende molto dalla disponibilità di acqua le conseguenze sociali sono drammatiche, come violenze e migrazioni di massa. Ecco un dato che fa riflettere: nel 2017 ben 18,8 milioni di persone in 135 Paesi sono diventate sfollate a causa di eventi climatici estremi come inondazioni e siccità.

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