fbpx

800 685 585

Area Clienti

Taiwan, a rischio la cooperazione USA-Cina sul clima

La crisi di Taiwan, innescata dalla visita a Taipei della speaker della Camera USA Nancy Pelosi, ha incrinato i rapporti tra Cina e Stati Uniti. Oltre alle potenziali, e molto preoccupanti, conseguenze a livello geopolitico, la rottura tra le due maggiori potenze economiche del Pianeta potrebbe essere disastrosa anche sul piano del dibattito sul clima. Le due potenze in gioco sono anche le due economie più inquinanti al mondo e, di conseguenza, rivestono un ruolo cruciale nella lotta al riscaldamento globale.

La reazione della Cina alla crisi di Taiwan

La Cina di Xi Jinping ha reagito con decisione al gesto degli USA, ritenendolo un atto di ingerenza in un Paese che considera parte della propria sovranità territoriale. Taiwan, isola delle dimensioni della Sicilia che detiene un grande valore strategico nel mercato globalizzato, fa gola a entrambe le potenze. Da tempo la Cina progetta di annetterla, pur contro la volontà della maggioranza dei cittadini taiwanesi. Per queste ragioni, lo scontro con gli Stati Uniti appariva già da tempo inevitabile.

La vittima eccellente di questa crisi però potrebbe rivelarsi il dibattito sull’ambiente e, in particolare, sul clima.

Bloccate le trattative sul riscaldamento globale

Come abbiamo accennato, le trattative globali che dovrebbero portare a un accordo sulle politiche a contrasto del riscaldamento climatico dipendono fortemente dalla cooperazione tra i governi cinese e americano. La prossima conferenza COP27, in programma a Sharm el-Sheikh (Egitto) dall’8 al 18 novembre 2022, è alle porte. La rottura provocata dalla crisi di Taiwan minaccia quindi di vanificare i progressi, seppur insufficienti, conseguiti nella COP26 di Glasgow e nel corso degli ultimi mesi.

L’importanza della cooperazione USA-Cina è cruciale per il raggiungimento dell’obiettivo di contenimento del riscaldamento globale a +1,5°C. In particolare:

  • il dossier sulla riduzione delle emissioni di metano, il gas serra più pericoloso. Senza un accordo sarebbe impossibile centrare gli obiettivi sulle emissioni clima alteranti entro il 2030
  • il dossier Loss & damage (perdite e danni). Riguarda i contributi economici dei paesi sviluppati a quelli poveri e in via di sviluppo per le misure di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici. Un tema su cui la COP26 non aveva raggiunto un accordo.

Risulta chiaro che se Stati Uniti e Cina non riprenderanno la cooperazione sulle tematiche ambientali, anche la conferenza di novembre rischia di rappresentare l’ennesima occasione mancata, con la consueta serie di accordi non vincolanti o facilmente aggirabili. A Taiwan potrebbero spegnersi le ultime speranze di salvare il Pianeta.

Scopri le nostre offerte e calcola un preventivo

Calcola un preventivo