
Transizione ecologica, 60 milioni di green jobs nel 2050
La transizione ecologica è una delle sfide più importanti del nostro tempo. Trasformare il sistema energetico rendendolo a zero emissioni potrà infatti mettere un freno al riscaldamento globale creando, al contempo, milioni di nuovi posti di lavoro.
Le affermazioni che sentiamo spesso secondo cui abbandonare i combustibili fossili porterebbe a un drastico aumento della disoccupazione è, pertanto, un pericoloso mito da sfatare e combattere.
Inoltre, i green jobs e la transizione ecologica non riguardano esclusivamente l’energia ma anche tutti quei settori in cui le competenze in materia di ambiente e sostenibilità si rendendo preziose, sia nella salvaguardia ambientale che nella prevenzione dei disastri climatici.
L’Unione Europea con il pacchetto di interventi Next generation EU e la sua politica finanziaria 2021-27 ha stanziato miliardi di euro per investimenti nel settore green e avviato la transizione energetica e digitale negli Stati dell’Unione. Ciò nell’ottica del raggiungimento di neutralità climatica e sostenibilità ecologica e sociale.
In ritardo è invece la formazione di una forza lavoro qualificata che possa ricoprire i ruoli necessari nell’industria e nelle istituzioni per mettere in pratica la transizione ecologica.
I green jobs in italia
I green jobs possono rappresentare un nuovo propulsore per l’economia dei paesi, contribuendo allo sviluppo mentre creano un futuro sostenibile per le generazioni di oggi e di domani.
In Italia, nel 2019 grazie ai green jobs abbiamo assistito a una crescita delle ore lavorative per i lavoratori del settore agricolo (l’equivalente di 41 giornate lavorative in più) e in quello dei servizi sociali privati (45 giornate lavorative in più). Ad essere in ritardo erano solo il settore edile e l’industria, ma attualmente, grazie a l’Ecobonus e ai vantaggi fiscali per la riqualificazione degli edifici, anch’essi sono tornati a creare lavoro.
Nel nostro Paese sono in particolare i disastri naturali ad alimentare la creazione di green jobs, più che la transizione ecologica. È per questo motivo che questo tipo di figure professionali sono ricercate soprattutto in Molise e Abruzzo, a causa dei frequenti terremoti, e in Piemonte e Liguria, regioni molto soggette a frane e inondazioni.
Questo ruolo che possiamo definire “emergenziale” dei green jobs è però limitante. Le competenze ambientali dovrebbero altresì essere utilizzate nella tutela degli ecosistemi e della biodiversità, oltre che nella razionalizzazione dei consumi energetici e nella gestione delle risorse e dell’acqua.
Nuove competenze green per la transizione ecologica
Secondo la Commissione Europea, entro il 2050 la transizione verso un’economia sostenibile porterà alla creazione di 60 milioni di nuovi posti di lavoro a livello globale.
La domanda da porsi è: siamo pronti a cogliere le occasioni offerte dagli ingenti investimenti e dalle innovazioni che inevitabilmente continueranno a rivoluzionare il mercato del lavoro?
Al momento il ritardo nella formazione di lavoratori specializzati nel settore green è evidente. Sono necessari nuovi professionisti per aziende e amministrazioni, figure che ad oggi scarseggiano. I settori tecnici e STEM (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) sono pertanto quelli verso cui si dovrebbero orientare sempre più studenti offrendo loro migliori programmi di studio, tecnologie e prospettive di lavorative.
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Futura Energie, una giornata di volontariato aziendale sul Lago Trasimeno
Tornano le giornate di volontariato aziendale di Futura Energie: come promesso in occasione del lancio della nostra prima giornata (trovi l’articolo QUI), abbiamo organizzato una nuova iniziativa sul territorio. Sabato 11 giugno, i soci fondatori, i dipendenti, i collaboratori e gli amici di Futura Energie si impegneranno nella riqualificazione del Percorso naturalistico lungolago sulle rive del Lago Trasimeno nel Comune di Magione (Perugia), ripulendolo dai rifiuti che ne compromettono la bellezza e la vivibilità.
All’evento di volontariato aziendale, che avrà inizio alle 9,30, interverranno anche l’assessora Silvia Burzigotti, a rappresentanza del Comune, e due ricercatori dell’Università di Perugia: Maria Agnese Della Fazia e Giuseppe Servillo che ci aiuteranno a comprendere e prendere coscienza degli effetti del degrado ambientale sulla salute dell’uomo.
Al termine della raccolta, i rifiuti saranno poi differenziati in modo corretto seguendo scrupolosamente le indicazione della Trasimeno Servizi ambientali (TSA), l’azienda locale che si occupa della gestione dei rifiuti, che verrà a ritirarli per lo smaltimento.

Un paesaggio da proteggere e valorizzare
La location che abbiamo scelto per la nostra giornata di volontariato aziendale ricopre una grande rilevanza paesaggistica. Si tratta infatti di un percorso turistico immerso nella natura che permette di ammirare lo splendido Lago Trasimeno costeggiandolo. Impareggiabile è l’esperienza di assistere al tramonto sulle acque del lago mentre si percorre il sentiero pedonale protetto dalle fronde degli alberi.
Non è solo un luogo magico dove godere del paesaggio ma anche un percorso ideale per fare attività fisica ed entrare in contatto con la natura. Il percorso naturalistico lungolago del Trasimeno è una risorsa per i cittadini ed è fondamentale che sia protetto e valorizzato.
Per questo siamo orgogliosi di poter dare il nostro contributo alla sua riqualificazione agendo in prima persona, “sporcandoci le mani”, con un’attività di volontariato aziendale che determini un impatto positivo sul territorio.
Volontariato aziendale, un’attività in linea con i nostri valori
Il volontariato aziendale si propone come un concreto ed efficace contributo al raggiungimento dei 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu. È perciò perfettamente in linea con la nostra idea di futuro sostenibile, nonché di business.
Sostenibilità, innovazione e impegno sul territorio non sono solo parole per noi. La tutela dell’ambiente e l’impegno concreto sono valori fondanti per Futura Energie, valori che la nostra azienda fa suoi da sempre.
Read MoreSe vuoi saperne di più, visita la nostra home page oppure contattaci direttamente al numero verde 800 685 585.
Risponderemo a tutte le tue domande su di noi e sulle nostre offerte green di luce e gas.
A presto!

Occupazione verde: creati 500.000 posti di lavoro nel 2020
L’occupazione verde crea sempre più posti di lavoro dimostrando che la lotta ai cambiamenti climatici può dare un reale impulso all’economia. Le fonti rinnovabili hanno creato lavoro anche durante il 2020, un anno profondamente segnato dalla pandemia in cui abbiamo assistito alla perdita di milioni di impieghi.
Questo è il quadro che restituiscono i dati raccolti nel rapporto prodotto dall’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO): il Renewable Energy and Jobs: Annual Review 2021, alla sua ottava edizione.
Secondo il rapporto, i posti di lavoro nel settore della green energy sono cresciuti di 500.000 unità tra il 2019 e l 2020: da 11,5 milioni a 12 milioni. A guidare le fonti rinnovabili sono stati soprattutto l’eolico e il fotovoltaico con, rispettivamente, 4 milioni e 1,25 milioni di posti di lavoro creati a livello globale. Hanno sofferto maggiormente per il crollo della domanda dovuto alla pandemia, invece, i biocombustibili liquidi e gli altri carburanti per trasporto.
Occupazione verde: Le fonti di energia rinnovabile creano più lavoro delle fossili
Un altro dato interessante riguardo al rapporto tra fonti rinnovabili e lavoro è che gli investimenti nel green creano più occupazione di quanto non facciano nelle fossili. È quanto è emerso da un’analisi di World Resources Institute, International Trade Union Confederation e New Climate Economy. Un investimento di un milione di dollari (circa 850.000 euro) nelle energie rinnovabili, nei trasporti pubblici o nei veicoli elettrici genera più lavoro che nei combustibili fossili, nella costruzione di strade o in veicoli a combustione interna.
Investire nei mezzi pubblici, ad esempio, permette di creare il 40% di posti di lavoro in più rispetto a quelli che genererebbe la costruzione di strade. Inoltre, per ogni due impieghi nel gas e nel petrolio il fotovoltaico ne genera tre, ovvero il 50% in più. Le cifre diventano ancora più consistenti se prendiamo in esame gli investimenti sull’efficienza energetica degli edifici (+ 180%) e quelli finalizzati al ripristino degli ecosistemi (+ 270%).
In un periodo storico in cui in Italia l’occupazione è ancora uno dei problemi principali, dati come questi dovrebbero far riflettere.
Investire sulle fonti rinnovabili significa investire sull’occupazione
Il nostro Paese sta faticosamente provando a rialzarsi dopo un periodo di travolgimenti nella vita sociale ed economica. L’occupazione, già in crisi prima della pandemia, ha subito un forte contraccolpo con milioni di posti di lavoro persi. Oggi, ancora più che in passato, investire nelle energie rinnovabili appare l’unica via per far fronte alle grandi sfide del presente e del futuro.
Nel 2018 erano 19,7 miliardi di euro i fondi che lo Stato destina per i sussidi ambientalmente dannosi (Sad), dei quali la fetta più consistente – 17,7 miliardi – finiscono alle fonti fossili. A questi si aggiungono 8,6 miliardi classificati come incerti che portano il totale oltre i 28 miliardi. Inoltre, nel 2020, secondo Legambiente, sono i Sad sono saliti a 34,6 miliardi di euro.
Confrontando queste cifre con quelle dei sussidi ambientalmente favorevoli (Saf), ovvero 15,3 miliardi di euro, diventa palese l’enorme opportunità che l’Italia sta perdendo. 18,3 miliardi dei Sad potrebbero essere risparmiati già entro il 2025 eliminando:
- budget per le trivellazioni,
- fondi per la ricerca sui combustibili fossili
- agevolazioni fiscali per i veicoli aziendali
- trattamento fiscale diverso di benzina, gasolio, GPL e metano
- capacity market per le centrali a gas
- accesso al superbonus per le caldaie a gas
I fondi così ricavati potrebbero poi essere investiti nelle rinnovabili per favorire l’occupazione verde e contribuire al percorso verso gli obbiettivi climatici, ma anche per formare la futura forza lavoro. Secondo il report di IRENA, infatti, per limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5°C entro il 2050, saranno necessari circa 61 milioni di lavoratori di cui il 13% con un grado di istruzione di alto livello.
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Il passaggio al mercato libero dell’energia sarà graduale
Dal 1° gennaio è partito il passaggio al mercato libero dell’energia, che come comunicato da tempo dall’Autorità, avverrà in modo graduale nel corso dei prossimi dodici mesi.
Il passaggio riguarda le piccole imprese, le microimprese, i clienti domestici ma con modalità diverse che spiegheremo in questo articolo.
A scanso di equivoci vogliamo sottolineare fin da subito che non c’è rischio di rimanere senza fornitura energetica. La legge ha previsto un periodo di transizione per chi dovesse ritardare il passaggio.
Parliamo ora più in dettaglio delle modalità con cui avverrà il processo.
Passaggio al mercato libero
Le imprese
La graduale rimozione della tutela di prezzo e il passaggio al mercato libero dell’energia è già in corso per:
- Tutte le piccole imprese, ovvero con numero di dipendenti tra 10 e 50 e/o fatturato annuo tra 2 e 10 milioni di euro, che sono titolari di punti di prelievo in “bassa tensione”
- Le microimprese, ovvero con meno di 10 dipendenti e fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro, che sono titolari di almeno un punto di prelievo con potenza contrattuale impegnata superiore a 15 kW
Tra tutte queste imprese, quelle che non avranno ancora effettuato il passaggio al mercato libero dell’energia verranno assegnate al servizio a tutele graduali presso a un fornitore scelto dalla ARERA e alle condizioni previste dalla stessa.
Il processo di assegnazione avverrà in due fasi:
- Dal 1° gennaio 2021 al 30 giugno 2021 il cliente resterà con il vecchio fornitore del servizio di maggior tutela. Sarà, però, sottoposto a nuove condizioni contrattuali (quelle dell’offerta PLACET). Il prezzo, invece, resterà quasi invariato tranne per la “spesa energia”.
- Dal 1° luglio 2021, il cliente che non avrà ancora sottoscritto un contratto con un fornitore del libero mercato verrà assegnato attraverso aste territoriali. Le condizioni contrattuali rimarranno quelle dell’offerta PLACET, ma varieranno i costi di commercializzazione e sbilanciamento (definiti dall’Autorità prima delle aste). Inoltre, sarà applicato un prezzo unico nazionale determinato sulla base dei prezzi di aggiudicazione delle aste.
A inizio di luglio, chi non avrà ancora effettuato la propria scelta riceverà una comunicazione dall’operatore entrante. La comunicazione riporterà:
- i contatti dell’operatore assegnato
- le condizioni di erogazione del servizio
- le condizioni per recedere dal contratto
- i riferimenti di ARERA per ottenere tutte le informazioni
Le famiglie
Una buona notizia per tutti i clienti domestici che non hanno ancora effettuato il passaggio al mercato libero dell’energia: il termine ultimo è stato prorogato al 1° gennaio 2022.
Ciò significa, che a differenza di quanto detto per le imprese, le famiglie hanno ancora un anno di tempo per scegliere il proprio fornitore d’energia del mercato libero.
Il nostro consiglio, e quello dell’Autorità, è quello di non rimandare ancora a lungo questa scelta.
Il cliente che si attiva per tempo ed esplora le varie offerte d’energia presenti sul mercato ha maggiori possibilità di trovare il fornitore giusto per le proprie esigenze.
Se ti senti perso in questo mare di offerte, concentrati sui valori più importanti: risparmio e sostenibilità
Risparmiare è un’esigenza di tutti ma il rispetto dell’ambiente è un principio sacro, perché tutti abbiamo il dovere di consegnare alle generazioni future un mondo sano in cui realizzare i propri sogni.
Se ti rispecchi in questi valori, allora Futura Energie è il fornitore perfetto per te.
Scopri di più su di noi e sui nostri valori o contattaci al numero verde 800 685 585.

Il passaggio delle piccole imprese al mercato libero dell’energia
Dopo vari rinvii ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha stabilito il termine per il passaggio delle piccole imprese al mercato libero.
La data è stata fissata per il 1° gennaio 2021.
Per gestire la transizione, ARERA ha deliberato un servizio a tutele graduali con l’intento di supportare le piccole imprese che all’inizio dell’anno nuovo non avranno ancora effettuato il passaggio al mercato libero.
In questo modo, sarà garantita la continuità della fornitura e le piccole imprese avranno il tempo di scegliere l’offerta giusta per le proprie esigenze.
Chi ha diritto a beneficiarne
Le aziende che potranno beneficiare del regime di transizione sono:
- aziende da 10 a 50 dipendenti titolari di punti di prelievo connessi in bassa tensione e fatturato annuo compreso tra 2 e 10 milioni di euro
- aziende con punto di prelievo con potenza contrattualmente impegnata superiore a 15 kilowatt
L’assegnazione
L’assegnazione avverrà in due modalità diverse:
- provvisoria (per il periodo dal 1° gennaio 2021 al 30 giugno 2021) per gli esercenti della maggior tutela che già riforniscono il cliente
- mediante procedure concorsuali con i fornitori selezionati da dopo il 30 giugno (assegnazione a regime)
Le condizioni contrattuali saranno simili a quelle delle offerte Placet per tutto il periodo di assegnazione provvisoria e anche quello di assegnazione a regime.
Assegnazione provvisoria
In questa fase le condizioni economiche saranno quelle dei contratti a maggior tutela a eccezione del prezzo dell’energia elettrica.
Quest’ultimo, infatti, sarà determinato dalla media dei valori consuntivi del Pun (Prezzo Unico Nazionale), ovvero il prezzo di riferimento dell’energia elettrica rilevato sulla borsa elettrica italiana.
Gli esercenti della maggior tutela saranno tenuti a richiedere un’autocertificazione (da gennaio) che attesti i requisiti dimensionali delle microimprese.
Assegnazione a regime
Nell’assegnazione a regime, invece, al cliente finale saranno applicati:
- il prezzo della materia energia, che include una quota variabile
- corrispettivi minimi stabiliti dall’Autorità prima delle procedure concorsuali
- un prezzo unico a livello nazionale che dipende dai prezzi di gara.
Requisiti
Potranno partecipare alle procedure concorsuali operatori con questi requisiti minimi:
- requisiti di solidità economico-finanziaria, tra cui puntualità dei pagamenti a Terna (e distributrici) e il minimo capitale sociale versato di 100mila euro
- vari requisiti gestionali
- requisiti operativi come avere rifornito almeno 50mila clienti finali della maggior tutela.

Le energie rinnovabili spingono la ripresa e l’occupazione
Grazie alle energie rinnovabili a supporto della ripresa economica, nel 2019 sono cresciuti i posti di lavoro e gli investimenti.
Nonostante il periodo durissimo per l’economia, i dati mostrano che il settore green continua a crescere e a creare occupazione: oltre mezzo milioni di occupati in più, tra cui molti lavoratori specializzati.
Un considerevole aumento che è da attribuirsi alla nascita di numerose start-up con valori e obbiettivi green.
Gli occupati nel settore delle energie rinnovabili sono quasi 11,5 milioni, con una importante presenza femminile rispetto al settore dei combustibili fossili.
Il continente che detiene il primato di lavoratori specializzati nel settore è l’Asia, con il 63% del totale, soprattutto nel fotovoltaico e nei biocarburanti.
In Africa, invece, prevale il fotovoltaico Off-grid, ovvero quegli impianti non connessi alla rete pubblica che permettono di sfruttare direttamente l’elettricità prodotta.
L’occupazione nelle energie rinnovabili: fotovoltaico in testa
Il fotovoltaico è il settore delle energie rinnovabili che impiega più lavoratori.
Secondo il recente rapporto “Renewable Energy and Jobs – Annual Review” pubblicato da IRENA (Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili), gli occupati nel fotovoltaico sono 3,8 milioni su un totale di 11,5.
A seguire, troviamo:
- Biocarburanti liquidi: 2,4 milioni di occupati;
- Idroelettrico: 1,9 milioni di occupati;
- Eolico: 1,1 milioni di occupati;
- Solare termico: 823 mila occupati.
La ripresa economica post covid passa dalle rinnovabili
Le fonti rinnovabili, oltre a contrastare il cambiamento climatico e l’inquinamento, possono compensare la perdita di occupazione dovuta al declino delle fonti fossili.
Secondo un altro documento pubblicato da IRENA, “Post Covid Recovery“, circa 5 milioni e mezzo di lavoratori potrebbero essere impiegati nelle rinnovabili nei prossimi 3 anni.
Questo “riassorbimento” sarebbe poi destinato a continuare e porterebbe a 30 milioni il numero di lavoratori nelle energie rinnovabili entro il 2030.
Investire sul nostro futuro
Investire sulla transizione energetica significa investire sul futuro del mondo, perché ambiente, sostenibilità, salute e occupazione sono strettamente legate.
Futura Energie è in prima linea nell’imprenditoria green: crea lavoro e contribuisce alla transizione energetica offrendoti solo energia da fonti rinnovabili.
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Costo dell’energia: lo smartworking conviene ancora?
Lo smartworking conviene ancora dopo la fine del lockdown? Da soluzione temporanea si sta affermando in moltissime aziende, e con la proroga delle restrizioni anti-covid, potrebbe essere adottato sempre più diffusamente. Se il lavoro si svolge a casa, però, tutti i consumi energetici sono a carico del lavoratore e rischiano di far gonfiare la bolletta.
Nel periodo di lockdown il costo dell’energia era calato drasticamente, ma dalla ripartenza è tornato a salire.
Crollo e risalita del costo dell’energia
Durante l’emergenza Covid-19 i prezzi dell’energia sono crollati come conseguenza della drastica diminuzione dei consumi a causa della chiusura della maggior parte delle attività lavorative.
Al contrario, nei primi 5 mesi il lockdown (da marzo a luglio 2020) i consumi di energia elettrica delle famiglie sono aumentati di circa il 10% rispetto 2019 (dati Tate).
Com’era prevedibile e normale, terminata l’emergenza i consumi sono tornati stabili e i prezzi stanno risalendo. Secondo l’ultimo comunicato di ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), dal primo ottobre ci sarà un rialzo dei prezzi del +15,6% per la luce e dell’11,4% per il gas.
Aumenti indolori per i clienti del mercato libero
Nonostante le percentuali che abbiamo citato, secondo ARERA, le famiglie continueranno a beneficiare di un risparmio complessivo di 74 euro (-13,2%) per l’elettricità e 133 euro (-12%) per il gas (rispetto al 2019).
Di altro avviso è, invece, l’Unione Nazionale Consumatori che ha preso in esame il periodo dal 1° ottobre 2020 al 30 settembre 2021 e afferma che spenderemo ben 70 euro in più per l’energia elettrica e 96 per il gas.
Le famiglie che sicuramente continueranno a risparmiare sono quelle che hanno aderito al mercato libero scegliendo tra le tante offerte vantaggiose: come quelle di Futura Energie, ad esempio.
L’aumento dei prezzi sarà per la maggior parte dovuto al costo dell’energia elettrica e del gas e, quindi, graverà soprattutto sui clienti del Servizio di Maggior Tutela.
I clienti di un fornitore del mercato libero gioveranno del fatto che il costo dell’energia e del gas, stabilito dai fornitori privati, rimarranno grossomodo invariati.
Lo smartworking conviene se…
Lo smartworking conviene, e si è rivelato fondamentale per prevenire l’aumento dei contagi, ma allo stesso tempo carica sulle spalle delle famiglie e dei lavoratori a consumi energetici “invisibili” che passano dal datore di lavoro al dipendente.
Diviene, di conseguenza, sempre più importante monitorare e razionalizzare i consumi energetici della propria abitazione.
Ecco alcuni consigli pratici. Scommettiamo che non li conosci tutti?
Scegliere la tariffa migliore
Informati sugli operatori e trova chi ti offre una tariffa allineata al prezzo di mercato, così il rincaro sarà più leggero.
Evitare i consumi in standby
Qualsiasi dispositivo elettronico consuma energia anche quando è in modalità di attesa o standby. Spegnere completamente i tuoi dispositivi ed elettrodomestici può farti risparmiare fino al 20% sulla bolletta dell’energia. Ad esempio, puoi utilizzare ciabatte intelligenti che interrompono la corrente verso i dispositivi collegati.
Scegliere dispositivi a basso consumo
Dispositivi obsoleti possono essere energivori e pesare sui consumi: chiedi al tuo datore di lavoro di sostituirli. Lo smartworking conviene sia a te che a lui.
Inoltre, non dimenticare l’illuminazione: equivale in media al 10/15% del consumo annuo di energia. Perciò, scegli lampadine a risparmio energetico (a LED, ad esempio) e riduci il consumo di circa il 25%.
Lavare gli indumenti a bassa temperatura
Lavare a 50° o 60° nella maggior parte dei casi è inutile, a temperature più bassa risparmi energia senza rinunciare all’igiene.
Allo stesso modo, non esagerare con il riscaldamento: 18-20°C sono sufficienti. Sappi che ogni grado in più determina in media un aumento del consumo di energia del 10%!
Gestire la casa in modo “smart” per ridurre i costi
Installando un sistema domotico di controllo puoi risparmiare energia e ottimizzare i costi di gestione. Questo perché il sistema analizza i consumi e usa l’energia solo dove e quando serve. Di’ addio agli sprechi!
Scegliere solo energia pulita
È il modo migliore per contribuire direttamente alla tutela dell’ambiente e ridurre il proprio impatto ambientale.
Inoltre, supportando i fornitori verdi, incentiverai i produttori a investire sempre più sulle energie rinnovabili e favorire la transizione energetica.
Come trovare questi fornitori virtuosi che investono sulla sostenibilità e l’innovazione? Uno lo hai già trovato: Futura Energie.
Contattaci al numero verde 800 685 585 o vieni a trovarci.
Scopri di più su Futura Energie: i nostri valori, il nostro impegno
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