
Come leggere la bolletta dell’energia elettrica
Leggere la bolletta della luce può essere un po’ complicato. Le tante diciture, sigle, voci e cifre possono confondere, è necessario fare un po’ di chiarezza. Con questo articolo la vostra bolletta dell’energia non avrà più segreti.
Partiamo!
Dati della fornitura
La prima pagina della bolletta dell’energia riporta i dati della fornitura di energia elettrica e del contratto stipulato.
Nell’intestazione troviamo il nome del fornitore, i relativi contatti e la tipologia di mercato di cui il contratto fa parte: mercato libero o mercato di maggior tutela.
Se in questa sezione della tua bolletta della luce appare il nome del tuo fornitore, significa che l’utenza è attiva nel mercato libero.
Se, invece, trovi la dicitura “Servizio Elettrico Nazionale”, allora la tua utenza fa ancora parte del mercato di maggior tutela.
Di seguito, o solitamente in un riquadro posizionato sulla sinistra della pagina, si trovano le caratteristiche tecniche della fornitura d’energia elettrica:
- Il numero dell’utenza. Chiamato anche numero cliente o codice cliente a seconda del fornitore, è un numero di riferimento dell’utenza specifico del fornitore in questione.
- Il codice POD. Il punto di prelievo dell’elettricità, indica con precisione il punto geografico in cui l’elettricità viene prelevata.
- La tipologia di pagamento. Può avvenire tramite bollettino postale, con domiciliazione bancaria o con addebito sul conto corrente.
- La tipologia di cliente. Domestico residente o domestico non residente.
- La potenza impegnata e quella disponibile.
- La tensione di fornitura monofase.
- Il totale da pagare.
Leggere la bolletta: le tariffe
Il costo dell’energia è un prezzo composto che comprende diverse voci in aggiunta al costo del kWh effettivo. Per farti un’idea immediata della tua spesa, puoi consultare le diciture:
- Costo medio unitario della bolletta, che corrisponde a una media dei costi della propria fornitura ma comprende sia le quote fisse che quelle variabili (oltre a ricalcoli o conguagli).
- Costo medio unitario della spesa per la materia energia, che rappresenta il costo medio delle attività svolte dal fornitore. Comprende il costo del kWh, gli importi fissi e gli eventuali corrispettivi per scaglioni di consumo.
Leggere la bolletta: La sintesi degli importi
Se vuoi sapere nel dettaglio quali costi compongono l’importo della tua bolletta, consulta il grafico a torta.
Lo troverai suddiviso in quattro voci di spesa principali:
- Spesa per la materia energia. Oltre al prezzo dell’energia, comprende le perdite di rete, la componente di dispacciamento e altro. Ed è fatta da due quote: una fissa (costo di commercializzazione, di vendita e dispacciamento) e una quota energia (proporzionale ai consumi, dispacciamento, sbilanciamento, perequazione energia).
- Spese per il trasporto e la gestione del contatore. Copre i costi di trasporto e distribuzione dell’energia, la gestione e la lettura dei contatori e dei dati delle letture. Si compone di una quota fissa (indipendente dai consumi), una quota potenza (proporzionale alla potenza impegnata) e una quota variabile (in €/kWh, dipende dalla quantità di energia trasportata).
- Spese per oneri di sistema. Costi che riguardano attività di interesse generale per il sistema elettrico. Per tutti i dettagli sugli oneri leggi questo articolo.
- Imposte. Si tratta dell’imposta erariale di consumo (accisa) calcolata sulla quantità di energia consumata e dell’IVA (imposta sul valore aggiunto. Ridotta al 10% per le forniture a uso domestico).
Solo la voce “materia energia” può essere oggetto di offerte concorrenziali dal parte dei fornitori privati. Le altre sono le stesse per tutti in quanto stabilite dalla ARERA.

I consumi
Grazie ai moderni contatori elettronici, nella bolletta dell’energia i consumi sono distinti in base alle fasce orarie F1, F2 e F3.
Inoltre, troverai tre voci di consumo:
- Consumo annuo. Somma dei consumi fatturati nell’arco degli ultimi 12 mesi.
- Consumo rilevato. Basato sulle letture fatte dal distributore o da autoletture.
- Consumo fatturato. Consumi fatturati in base alla tariffa.
Se nel leggere la bolletta trovi la dicitura “consumo stimato” o “lettura stimata” sappi che si tratta di una stima fatta sulla base dei tuoi consumi passati (storici). Il fornitore potrebbe sottostimare o sovrastimare i tuoi consumi, ma successivamente, quando sarà in possesso dei consumi reali, dovrà inviarti un conguaglio (o ricalcolo).
Ora la bolletta della luce non dovrebbe essere più un problema per te.
Quello che leggi non ti convince? Stai spendendo troppo?
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Il passaggio delle piccole imprese al mercato libero dell’energia
Dopo vari rinvii ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha stabilito il termine per il passaggio delle piccole imprese al mercato libero.
La data è stata fissata per il 1° gennaio 2021.
Per gestire la transizione, ARERA ha deliberato un servizio a tutele graduali con l’intento di supportare le piccole imprese che all’inizio dell’anno nuovo non avranno ancora effettuato il passaggio al mercato libero.
In questo modo, sarà garantita la continuità della fornitura e le piccole imprese avranno il tempo di scegliere l’offerta giusta per le proprie esigenze.
Chi ha diritto a beneficiarne
Le aziende che potranno beneficiare del regime di transizione sono:
- aziende da 10 a 50 dipendenti titolari di punti di prelievo connessi in bassa tensione e fatturato annuo compreso tra 2 e 10 milioni di euro
- aziende con punto di prelievo con potenza contrattualmente impegnata superiore a 15 kilowatt
L’assegnazione
L’assegnazione avverrà in due modalità diverse:
- provvisoria (per il periodo dal 1° gennaio 2021 al 30 giugno 2021) per gli esercenti della maggior tutela che già riforniscono il cliente
- mediante procedure concorsuali con i fornitori selezionati da dopo il 30 giugno (assegnazione a regime)
Le condizioni contrattuali saranno simili a quelle delle offerte Placet per tutto il periodo di assegnazione provvisoria e anche quello di assegnazione a regime.
Assegnazione provvisoria
In questa fase le condizioni economiche saranno quelle dei contratti a maggior tutela a eccezione del prezzo dell’energia elettrica.
Quest’ultimo, infatti, sarà determinato dalla media dei valori consuntivi del Pun (Prezzo Unico Nazionale), ovvero il prezzo di riferimento dell’energia elettrica rilevato sulla borsa elettrica italiana.
Gli esercenti della maggior tutela saranno tenuti a richiedere un’autocertificazione (da gennaio) che attesti i requisiti dimensionali delle microimprese.
Assegnazione a regime
Nell’assegnazione a regime, invece, al cliente finale saranno applicati:
- il prezzo della materia energia, che include una quota variabile
- corrispettivi minimi stabiliti dall’Autorità prima delle procedure concorsuali
- un prezzo unico a livello nazionale che dipende dai prezzi di gara.
Requisiti
Potranno partecipare alle procedure concorsuali operatori con questi requisiti minimi:
- requisiti di solidità economico-finanziaria, tra cui puntualità dei pagamenti a Terna (e distributrici) e il minimo capitale sociale versato di 100mila euro
- vari requisiti gestionali
- requisiti operativi come avere rifornito almeno 50mila clienti finali della maggior tutela.

Reddito energetico: il modello Porto Torres sarà esteso a tutto il Paese
Il reddito energetico, è stato messa in pratica per la prima volta in Italia dal sindaco di Porto Torres, Sean Wheeler, in collaborazione con il Gse.
L’idea è quella di un sistema in grado di autofinanziarsi, riducendo il consumo di combustibili fossili, e creando un circolo virtuoso che promuova la sensibilità ambientale, lo sviluppo del fotovoltaico e, allo stesso tempo, aiuti le famiglie meno abbienti a sostenere i costi dell’energia elettrica.
Da due anni il Comune di Porto Torres investe 250 mila euro l’anno per l’acquisto in comodato di impianti fotovoltaici domestici da installare sui tetti delle abitazioni.
Così, grazie a questi impianti, le famiglie hanno a disposizione energia pulita e gratuita che snellisce sensibilmente la bolletta elettrica, arrivando quasi a dimezzarla. Si parla, infatti, di risparmi in bolletta per i cittadini fino a 150 euro annui
L’energia non consumata, invece, viene rivenduta alla rete elettrica, andando ad alimentare un fondo comunale che consentirà l’acquisto di nuovi impianti.
I cittadini con questo sistema diventano produttori di energia, proprietari di tanti piccoli impianti fotovoltaici.
Il progetto ha dotato di un impianto fotovoltaico quarantanove famiglie a titolo gratuito, per un totale di 100 kilowatt. Sono oltre 130 i megawattora complessivi prodotti nel primo anno di attività con una riduzione delle emissioni di 65 milioni di tonnellate di CO2.
Numeri incoraggianti che hanno portato anche la Regione Puglia e il Comune di Milano ad approvare progetti simili.
Il modello su scala nazionale
Il modello di Porto Torres è stato così convincente che il governo ha deciso di applicarlo a livello nazionale.
Il Cipe ha già approvato un fondo, nell’ambito del Piano operativo imprese e competitività del ministero dello Sviluppo, che non sarà limitato alle famiglie meno abbienti e disporrà di un finanziamento iniziale di centinaia di milioni di euro.
Ad oggi lo stanziamento deliberato è di ben 200 milioni di euro.
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Vuoi una casa smart? Inizia dalle finestre fotovoltaiche
Avete capito bene: finestre fotovoltaiche! È una tecnologia di recente sviluppo che promette di integrare efficacemente i tradizionali impianti fotovoltaici.
Si tratta di speciali pellicole solari trasparenti o semitrasparenti da applicare alla normali finestre. Queste pellicole sono dotate di nanoparticelle in grado di assorbire i raggi solari, che sono poi convertiti in raggi infrarossi e indirizzati alle celle in silicio presenti sui bordi. Questa energia riflessa si accumula generando corrente immediatamente disponibile per alimentare dispositivi.
Sono già disponibili in commercio diverse soluzioni da applicare agli infissi per aumentare il risparmio energetico:
- vetri fotovoltaici di tipo semitrasparente. Sono prodotti in silicio amorfo sottile, lasciano passare poca luce ma producono molta energia bloccando l’assorbimento del calore e dei raggi infrarossi.
- vetri fotovoltaici di tipo trasparente. Permettono il passaggio di più luce (ma non di calore) e producono meno energia.
Esistono, inoltre, persiane fotovoltaiche composte di celle solari in silicio che accumulano energia e la trasferiscono immediatamente ai dispositivi presenti nell’abitazione. Alcuni modelli hanno persino la capacità di orientare le alette per seguire i raggi solari ottimizzando l’assorbimento.
I costi
Il costo di una finestra fotovoltaica si attesta intorno ai 2 euro a Watt a differenza dei 5 Watt del modulo fotovoltaico.
Inoltre, il costo può essere ammortizzato in circa cinque anni. Una prospettiva interessante considerato che per un tradizionale impianto fotovoltaico sono necessari 10-15 anni.
Le soluzioni energetiche si moltiplicano. Le nostre case saranno sempre più sostenibili e autosufficienti.
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Il condizionatore fa lievitare la tua bolletta? Niente paura!
L’estate è ormai inoltrata e il caldo umido attanaglia le nostre città, è normale quindi affidarci al nostro amato condizionatore.
Il suo utilizzo, però, può far crescere l’importo della nostra bolletta di quasi il 30%.
Non rinunciare al comfort
Ecco qualche consiglio per ovviare a questo inconveniente senza rinunciare al comfort del condizionatore:
1) Scegliere un condizionatore ad alta efficienza (classe A, A+ e A++ e superiori) che garantisca minori consumi energetici
Ad esempio, sostituire un classe B con un classe A+ riduce il costo fino al 20%. Approfitta delle detrazioni fiscali tutt’ora offerte dallo Stato per cambiare condizionatore.
2) Usare il condizionatore come deumidificatore
La percezione del caldo, infatti, non dipende solo dalla temperatura ma anche dall’umidità. Utilizzando la funzione di deumidificatore è possibile ridurre i costi fino al 13%.
3) Non abbandonare il ventilatore
Una volta rinfrescata una stanza col condizionatore, azionare il ventilatore diffonderà l’aria fresca.
4) Abbassare le tapparelle nelle ore più calde per aiutare l’impianto a raggiungere la temperatura ideale
5) Chiudere tutte le finestre per evitare di disperdere l’aria fresca
Questo accorgimento può generare un risparmio del 6% sui consumi.
6) Programmare in maniera corretta la temperatura durante la notte
Oltre a proteggere la salute, in questo modo è possibile risparmiare fino al 10% d’energia.
7) Fare manutenzione
È importante mantenere il condizionatore pulito, sia per la salute delle persone, sia per assicurarsi che l’impianto funzioni al 100% della sua efficienza. Basta una pulizia annuale dei filtri per diminuire il consumo energetico fino all’8%.
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Lockdown e calo dei consumi energetici: i dati di aprile 2020
In un articolo dell’8 aprile, che trovate QUI, avevamo analizzato i dati dei consumi energetici durante il primo mese di lockdown, rilevando un forte calo della domanda di energia elettrica.
Oggi vogliamo aggiornare la nostra analisi con i nuovi dati Terna relativi al mese di aprile. Come sarà subito chiaro, la situazione si sta evolvendo.
Un leggero miglioramento
Nel periodo dall’11 al 23 aprile, in cui cadevano le festività pasquali, abbiamo assistito a una ripresa dei consumi: il calo della domanda, infatti, ha invertito il suo trend.
In questi 13 giorni di aprile, la domanda si è attestata al 17,4% in meno rispetto all’anno precedente.
Questo dato costituisce un significativo miglioramento, tenendo conto che nelle settimane precedenti i cali oscillavano tra il 20% e il 30%.
La leggera ripresa dei consumi nel periodo 11-23 aprile si è verificata anche nel Nord Italia, la zona più colpita dal calo. Grazie alla ripartenza di alcune attività economiche nelle aree più produttive del Paese, nel periodo menzionato la domanda è calata del 20% rispetto a quello delle settimane precedenti che toccava il 28%.
Nonostante il recente miglioramento, però, bisogna rilevare, che prendendo in considerazione l’intero periodo dell’emergenza (11 marzo – 23 aprile), i dati restano preoccupanti, con un -18% dei consumi in confronto al 2019.

Cala la domanda, cala il prezzo dell’energia
Il crollo dei consumi che stiamo osservando da quasi due mesi ormai, ha portato a un conseguente crollo del prezzo dell’energia.
Che cosa significa? Semplice! Si tratta di un’occasione unica per gli utenti che vogliono cambiare fornitore e risparmiare.
Questo è il momento ideale per richiedere un preventivo e cambiare fornitore d’energia strappando la miglior tariffa possibile!
Scegliere una tariffa con prezzo della componente energia bloccato in questo periodo, significa ottenere un risparmio medio del 30%.
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Vedrai, troveremo l’offerta perfetta per te.
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Covid-19: crollano i consumi di energia elettrica
La diffusione del coronavirus ha reso necessarie misure di contrasto senza precedenti. Chiudere tutte le attività non essenziali è stata una decisione dura ma indispensabile per tutelare la salute di tutti i cittadini.
A meno di un mese dal lockdown i primi pesanti effetti sull’economia si stanno manifestando.
Cala il fabbisogno nazionale di energia elettrica
Il settore energetico per primo sta subendo questi effetti con un consistente calo della domanda elettrica.
In Italia, nel periodo tra mercoledì 11 marzo e venerdì 3 aprile, la domanda elettrica si è attestata intorno ai 17,2 TWh contro i 20,7 TWh dello stesso periodo del 2019 (dati Terna).
Questo significa che, in poco più di tre settimane, il fabbisogno elettrico nazionale è diminuito del 17% rispetto allo stesso periodo del 2019: ben 3,5 TWh consumati in meno.
Se ci concentriamo sull’ultima settimana, però, quella dal 28 marzo al 3 aprile, il calo in percentuale è stato persino superiore, arrivando al 21,4% sullo stesso periodo del 2019: il paese ha richiesto quasi 1,3 TWh in meno.
Bisogna rilevare che gran parte di questo calo della domanda nazionale, circa il 75%, si colloca nel Nord Italia.
Nell’area Nord, ovvero Val d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Veneto, Friuli ed Emilia-Romagna, infatti, si concentra mediamente poco più del 50% dei consumi elettrici del Paese.
Per questa ragione, nella settimana dal 28 marzo al 3 aprile nell’area Nord si ha avuto un consumo inferiore del 27,8% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Colpite anche le energie rinnovabili
Riguardo alla generazione termoelettrica nel periodo indicato, la produzione da fonti fossili e centralizzata risulta diminuita del 30,6% sullo stesso periodo 2019 (-23,7% includendo l’autoconsumo), con una diminuzione totale di circa 3 TWh.
Allo stesso tempo, anche la generazione da fonti rinnovabili elettriche ha subito una flessione consistente: -5% sul 2019, ovvero circa 346 GWh in meno.
Il decremento più significativo è quello dell’eolico che cala del 38,7% (- 684 GWh), seguito dal fotovoltaico con il 6,6% (-125 GWh) e dalla biomassa con l’1,3% in meno.
Sono in controtendenza, invece, la produzione da idroelettrico che sale del 28% rispetto al 2019 (+467 GWh) e la geotermia (+2,9%).
Verso la stabilizzazione dei consumi
La settimana dal 28 marzo al 3 aprile ha visto un decremento dei consumi elettrici rispetto alla precedente dell’1,8%, una diminuzione molto contenuta se confrontata a quella dell’inizio del lockdown.
Questo dato fa presumere che i consumi non siano destinati a scendere ancora molto da qui in avanti e ciò appare tranquillizzante, in attesa che l’emergenza sia superata e il Paese si rimetta in moto.
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ASOS e ARIM: gli oneri di sistema
Quando riceviamo la nostra bolletta e scorriamo tutte le voci di spesa, ce n’è una che appare un po’ misteriosa. Si tratta della voce “Oneri di sistema” e il fatto che non dipendano dall’effettivo consumo di energia ci infastidisce un po’, ammettiamolo.
Purtroppo, gli oneri di sistema non sono eliminabili e devono essere pagati da tutti i clienti, che siano residenti o non, e qualsiasi sia il fornitore scelto e il contratto sottoscritto.
A quanto ammontano?
Questa pesante voce della bolletta dell’energia elettrica ammonta al 20% del totale. Si tratta di una tassa composta da tanti costi di origini diverse, li analizzeremo più nel dettaglio nel prossimo paragrafo.
Prima, però, vogliamo sfatare un mito. Spesso si sente dire che negli oneri di sistema sarebbero compresi anche importi di bollette non pagate da clienti morosi. Non è assolutamente così, ve lo possiamo assicurare.
Gli importi non pagati, infatti, vengono recuperati attraverso altri canali.
Gli oneri di sistema nel dettaglio
Per spiegare la composizione della voce “Oneri di sistema”, facciamo riferimento al sito della ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.
Ecco la definizione che viene data degli oneri di sistema:
“Sono gli importi fatturati per coprire i costi relativi ad attività di interesse generale per il sistema elettrico. Tali importi sono pagati da tutti i clienti finali del servizio elettrico.
In particolare per:
- messa in sicurezza del nucleare e misure di compensazione territoriale;
- incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate;
- copertura delle agevolazioni tariffarie riconosciute per il settore ferroviario;
- sostegno alla ricerca di sistema;
- copertura del bonus elettrico (non per i beneficiari del bonus sociale);
- copertura delle agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia;
- integrazioni delle imprese elettriche minori e promozione efficienza energetica.”
Da questa definizione, quindi, risulta chiaro che l’introduzione del oneri di sistema ha lo scopo di rispondere a esigenze di interesse nazionale e raggiungere obbiettivi di utilità pubblica: uno tra tutti, incentivare con investimenti significativi il passaggio a fonti d’energia rinnovabili e pulite.
Accanto a voci riguardanti la fornitura d’energia e l’innovazione, ne notiamo altre che rientrano maggiormente nella sfera fiscale e potrebbero essere spostate sulla fiscalità generale.
ASOS? ARIM? Di che si tratta?
Allo scopo di semplificare la bolletta, le voci elencate nel paragrafo precedente sono state aggregate in queste due sigle:
- ASOS. Ovvero, oneri generali relativi al sostegno delle energie da fonti rinnovabili e alla cogenerazione CIP 6/92 (16% del totale della bolletta. Dati ARERA, 2019)
- ARIM, che raccoglie i rimanenti oneri generali.
Questo significa che nelle nostre bollette troveremo soltanto queste due voci che raggruppano le precedenti.
Ad esempio, la vecchia voce di spesa A3, da sempre la più onerosa, è inserita ora tra gli ASOS.
Come possiamo evitarli?
La risposta è che non possibile. I rivenditori che affermano di addebitare al cliente solo il costo dell’energia non sono del tutto sinceri.
Gli oneri di sistema, infatti, vanno pagati in ogni caso e quindi saranno presenti all’interno del costo del kWh.
Gli oneri di sistema sono costi fissi, ma possiamo sempre risparmiare scegliendo il fornitore giusto.
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Messa in mora o sospensione della fornitura: che fare quando accade?
Può capitare a tutti di dimenticare una bolletta e mancare la scadenza per il pagamento. A volte, bisogna dirlo, la colpa non è attribuibile al cliente ma al fornitore che non invia la bolletta per tempo.
In casi come questi le società di vendita agiscono di conseguenza e mettono in atto il processo della, cosiddetta, messa in mora.
Si tratta di un provvedimento che aggiunge un sovrapprezzo al totale da pagare in fattura, una maggiorazione dovuta al ritardo del pagamento da parte del cliente o la totale assenza di esso.
Se la situazione morosa del cliente si protrae nel tempo, allora il gestore in questione può mandare al distributore la richiesta per la sospensione della fornitura del contatore.
La sospensione
Si tratta di una misura estrema e deve avvenire secondo modalità tempi precisi, stabiliti dalla ARERA nel TIMOE (Testo Integrato delle Morosità Elettriche, emanato dall’ARERAstessa).
Il TIMOE, infatti, gestisce, regola e controlla le situazioni limite nella fornitura dell’energia.
Prima di tutto, la richiesta deve essere inoltrata soltanto dopo la comunicazione della decisione di avviare il processo di messa in mora.
Questa comunicazione deve avvenire esclusivamente tramite mezzi rintracciabili come:
- Raccomandata con ricevuta di ritorno
- Posta elettronica certificata (mail PEC)
La sospensione può avvenire solo in queste casi e in queste determinate situazioni:
- sono trascorsi 15 giorni solari dall’invio al cliente della raccomandata
- sono passati 10 giorni solari dal ricevimento della ricevuta di avvenuta consegna della PEC;
- sono passati 20 giorni solari dall’emissione della raccomandata, se il fornitore non è in grado di dimostrare la data di invio.
Una volta che ulteriori 3 giorni lavorativi dalla scadenza della raccomandata (o PEC) sono passati senza che sia stata saldata la fattura, il gestore è autorizzato a procede a sospensione la fornitura del cliente moroso.
In realtà, però, la sospensione non avviene da un momento all’altro.
Inizialmente, infatti, viene imposta una riduzione di potenza del 15% di quella disponibile. Questa misura viene applicata per un periodo di 15 giorni, trascorso il quale avverrà la totale sospensione dell’erogazione di corrente elettrica.
Hai dimenticato una bolletta? Niente panico!
Se vi trovate nella spiacevole situazione che abbiamo poc’anzi descritto, niente è perduto.
Potete evitare la messa in mora e la successiva interruzione di energia dimostrando di aver effettuato il pagamento entro il termine ultimo stabilito.
È, perciò, consigliabile contattare al più presto il fornitore per accelerare i tempi.
Nel caso di sospensione, il fornitore potrebbe addebitarvi anche un corrispettivo per la riattivazione dell’energia e per i costi di gestione per l’interruzione o la riduzione della fornitura.
Il registro TIMOE
Per rimuovere il proprio nome da questo registro è sufficiente saldare la morosità.
A un utente che ha subito sospensione della fornitura viene assegnata la poco lusinghiera etichetta del “cattivo pagatore“. Questa etichetta sarà visibile a tutte le società di vendita e potrebbe creare qualche problema all’utente al momento di stipulare un nuovo contratto.
È giusto comunque precisare che l’uscita dal TIMOE non sarà immediata. L’utente permarrà nell’elenco per un po’ di tempo e quindi verrà rimosso.
E se il gestore non rispetta le tempistiche?
Può accadere che il fornitore non segua strettamente le disposizioni. Nel caso in cui non vengano rispettate le modalità o le tempistiche stabilite nel TIMOE, il cliente avrà diritto a un indennizzo.
Gli importi di questo indennizzi potranno essere versati direttamente al cliente o stornati dalla prima fattura utile.
In ogni caso, il fornitore non potrà richiedere nessun pagamento al cliente per la sospensione o la riattivazione della corrente elettrica.

kW, kWh, fasce orarie, prezzo finito e componente energia: a volte, la bolletta può essere difficile da decifrare
Con questo articolo vogliamo fare un po’ di chiarezza su questi termini sempre più utilizzati e, purtroppo, spesso fraintesi e confusi dalla maggior parte delle persone.
kW o kWh, qual è la differenza?
Uno dei concetti che più creano confusioni è la differenza tra i kW e i kWh. Queste due sigle che troviamo comunemente citate nel mondo dell’energia elettrica si riferiscono a grandezze fisiche distinte e non vanno prese come sinonimi.
Il kilowatt (spesso scritto anche chilowatt o più comunemente kW) è l’unità di misura della potenza.
Si tratta del limite, il quantitativo massimo, di energia che può essere prelevata dal contatore per far funzionare elettrodomestici e illuminazione. Infatti, quando questo limite viene superato (ad esempio, quando attiviamo troppi elettrodomestici contemporaneamente) il contatore “salta” e l’erogazione dell’energia si arresta.
Il kW è, perciò, in sostanza, la quantità di energia che viene assorbita nel tempo.
Naturalmente la potenza disponibile nel vostro impianto è sempre maggiore del 10% della potenza impegnata per garantirne l’efficienza.
Ad esempio, se la potenza è di 3kW quella disponibile sarà di 3,3kW, per 4,5kW avrete a disposizione 5kW, per 6kW avrete 6,6 kW, etc…
Perciò, quando parliamo di kilowatt stiamo parlando della potenza del contatore e non di quanto consumiamo nelle nostre attività quotidiane.
Il kilowattora (scritto anche chilowattora o più spesso kWh), invece, è l’unità di misura dell’energia elettrica. Più precisamente è il rapporto fra la potenza impiegata in un’ora di tempo: cioè, quanti kW sono utilizzati in un’ora.
Facciamo qualche esempio pratico.
Un elettrodomestico da 1 kW che funziona per un’ora consuma 1 kWh di energia.
Una lampadina da 100 watt accesa per un’ora utilizza 100 Wh, ma stessa quantità di energia illuminerebbe una lampadina da 40 watt per 2 ore e mezza, o una lampadina a basso consumo energetico da 10 watt per 10 ore.
Il kW è anche l’unità di misura in cui viene venduta l’energia elettrica.
Il costo della stessa sarà il prodotto della potenza in kW moltiplicata per il tempo in ore e per il prezzo per kilowattora consumato.
Il prezzo unitario di energia elettrica dipende, però, dalla fascia oraria del giorno. Di questo parleremo nel prossimo paragrafo.
A1, A2, A3 sono la stessa cosa di F1, F2, F3?
Questo è un altro dei fraintendimenti che, comprensibilmente, confondono molti utenti.
Le fasce orarie sono quelle indicate con la F maiuscola e un numero da 1 a 3 e, come abbiamo spiegato approfonditamente in questo articolo , i consumi corrispondenti ad ognuna di esse possono essere letti direttamente sul display del contatore.
Vediamole nel dettaglio:
- la F1 va dal lunedì al venerdì dalle 08:00 alle 19:00;
- la F2 va dalle 07:00 alle 08:00; dal lunedì al venerdì dalle 19:00 alle 23:00; dalle 07:00 alle 23:00 del sabato
- infine, la F3 va dalle 23:00 alle 07:00 dal lunedì al sabato; e include inoltre domenica e festivi.
Per quanto riguarda le sigle con A maiuscola, A1, A2 ed A3, si riferiscono ai consumi relativi al periodo di fatturazione. Vale a dire che in A1 troveremo il consumo relativo alla fascia F1, in A2 quello della F2 e così via.
Che cos’è la componente energia e da cosa dipende?
Infine, vogliamo togliervi qualche dubbio riguardo alla questione del prezzo finito rispetto alla componente energia.
Prima, però, vediamo nel dettaglio quali sono le voci che contribuiscono all’importo di una comune bolletta.
Abbiamo quattro voci fondamentali:
- Materia prima energia.
- Commercializzazione e gestione.
- Oneri extra e di sistema.
- IVA e accise.
Svisceriamole una alla volta.
Quando si parla di “Materia prima energia” s’intende la corrente elettrica che viene prodotta e poi consumata, corrente che ha un proprio costo determinato da quello delle materie prime.
La voce “Commercializzazione e gestione” comprende, invece, tutta la catena di attività e servizi indispensabili per portare la corrente elettrica dalle enormi centrali fino all’interruttore di casa.
“IVA e accise” corrisponde al totale delle tasse e le imposte statali che vanno inevitabilmente a sommarsi a tutto il resto.
Per quanto riguarda gli odiati “Oneri extra e di sistema” dobbiamo aprire una parentesi.
Questa voce rappresenta circa il 20% del totale della componente energia e ha lo scopo coprire i costi relativi ad attività di interesse generale per il sistema elettrico come (dal sito di ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente):
- messa in sicurezza del nucleare e misure di compensazione territoriale;
- incentivi alle fonti rinnovabili e assimilate;
- copertura delle agevolazioni tariffarie riconosciute per il settore ferroviario;
- sostegno alla ricerca di sistema;
- copertura del bonus elettrico (non viene pagato dai clienti cui è stato riconosciuto il bonus sociale);
- copertura delle agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia;
- integrazioni delle imprese elettriche minori e promozione efficienza energetica.
Si tratta, pertanto, di costi fissi per ogni utenza che prescindono dal numero di contratti e sono validi per tutti gli operatori del settore elettricità.
Il prezzo totale che ci troviamo in bolletta è quindi una somma di questi costi fissi che abbiamo elencato, che si va ad aggiungere alla componente energia, vale a dire il prezzo effettivo della sola Materia prima energia (che oscilla tra 0,04€ e 0,08€ ed è variabile).
Ad un prezzo finito, invece, non va aggiunto nulla ma sarà comprensivo degli oneri di sistema.
Tutto chiaro?
Ci auguriamo di essere stati esaustivi ma non troppo tecnici.
La trasparenza è uno dei nostri valori fondamentali e vogliamo che la bolletta che i nostri clienti ricevono sia il simbolo di questo valore.
Perciò, per qualsiasi dubbio o curiosità siamo a vostra disposizione. Ci trovate al numero verde 800 685 585 e sulla nostra pagina Facebook cliccando QUI.
A presto!