
DL Energia: novità su permessi e autorizzazioni impianti fotovoltaici
Il Dl Energia, chiamato anche decreto bollette, è diventato legge il 21 aprile con l’approvazione al Senato. Come abbiamo spiegato in un recente articolo, il decreto contiene interventi sul caro bollette e a favore delle imprese, oltre che incentivi alla mobilità sostenibile e alla semplificazione dell’iter autorizzativo per l’installazione di impianti fotovoltaici.
In questo articolo ci concentreremo proprio sulla semplificazione delle norme che riguardano i pannelli solari in ambito residenziale, industriale e agricolo.
DL Energia: Impianti fotovoltaici e termici
La novità più rilevante che troviamo nel decreto energia è sicuramente la comparazione a interventi mi manutenzione ordinaria di:
- installazione di impianti solari fotovoltaici e termici su edifici e su strutture e manufatti fuori terra (zona A), a prescindere dalla modalità della realizzazione
- la realizzazione delle opere atte alla connessione alla rete elettrica
Ciò significa che le installazioni non sono più subordinate all’acquisizione di permessi, autorizzazioni o atti amministrativi di assenso: una notevole semplificazione dell’iter che dovrebbe favorire e velocizzare l’aumento di capacità rinnovabile tra i privati.
A questa disposizione il decreto bollette distingue alcune eccezioni. In particolare sono esclusi gli impianti installati su beni paesaggistici di grande interesse pubblico: le ville, i parchi, giardini e gli immobili che hanno valore estetico e storico. Per casi di questo tipo, fotovoltaico, solare termico e opere di connessione alla rete elettrica resta necessario ottenere il nulla osta paesaggistico.
Tuttavia, nel caso in cui i pannelli siano integrati nelle coperture e non visibili dagli spazi pubblici esterni e dai punti di vista panoramici, e che i detti manti di copertura non siano realizzati in materiali della tradizione locale, non sono richieste autorizzazioni o atti di assenso.
Anche nel merito della comunicazione di realizzazione degli impianti, il DL Energia semplifica la procedura: per gli impianti di potenza superiore a 50 KW e fino a 200 KW che non necessitano di permessi, autorizzazioni e atti di assenso, basterà il modello unico semplificato.
Le nuove disposizioni del DL Energia per la modifica degli impianti
Anche per i casi di interventi di modifica di impianti di produzione di energia elettrica alimentati a fonti rinnovabili le disposizioni hanno lo scopo di semplificare le procedure. Per effettuare modifiche, infatti, è possibile seguire l’iter semplificato. Nel caso in cui la modifica non sostanziale comporti l’aumento della potenza installata e necessiti di ulteriori opere connesse, queste ultime vengono autorizzate con la procedura semplificata applicabile all’intervento non sostanziale, tramite dichiarazione di inizio lavori asseverata (Dila).
Aree idonee e impianti agrivoltaici
Il decreto applica la Procedura abilitativa semplificata (Pas) anche nei casi di connessione alla rete elettrica di alta tensione e alle relative opere di connessione.
Inoltre, la Pas viene estesa ai progetti di nuovi impianti fotovoltaici agricoli (agrivoltaici), di potenza non superiore a 10 MW, nelle aree idonee (nel raggio di tre chilometri dalle aree industriali, artigianali e commerciali).
Il decreto energia introduce anche deroghe alla norma che vieta, per gli impianti agrivoltaici, di accedere agli incentivi statali a favore delle fonti energetiche rinnovabili.
Impianti flottanti e aree industriali
La stessa operazione riguarda gli impianti fotovoltaici flottanti, ovvero installati sulla superficie di invasi e di bacini idrici, inclusi quelli di cave dismesse e a copertura dei canali di irrigazione. In questo caso la Pas si applica agli impianti flottanti di potenza sino a 10 MW, con annesse opere funzionali alla connessione alla rete elettrica.
Cambiano infine anche le norme per l’installazione del fotovoltaico nelle aree industriali. Il decreto dà ora la possibilità di installare impianti solari fotovoltaici e termici per una superficie fino al 60% dell’area industriale di pertinenza.
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Solare termico: come risparmiare sulla bolletta del gas
Il solare termico è la scelta giusta per chi ha deciso di risparmiare sulla bolletta del gas e rendersi più indipendente dal punto di vista energetico. Grazie alla tecnologia dei pannelli solari termini, infatti, si possono realizzare impianti solari che producono acqua calda sanitaria e acqua per il riscaldamento a costo zero.
Il solare termico rappresenta quindi una ottima alternativa al metano ad uso domestico e permette di abbattere fortemente i costi del riscaldamento e la bolletta del gas.
In questo articolo, ti spieghiamo il funzionamento di questa tecnologia e ti mostriamo i vantaggi e i costi dell’installazione di un impianto.
Partiamo!
Come funziona il solare termico
I pannelli solari termici sono in grado di convertire la luce solare in calore e con esso scaldare un fluido. Per fare questo i pannelli sfruttano l’effetto serra intrappolando i raggi solari impedendo a essi di disperdersi nell’atmosfera. Così il calore rimane all’interno del pannello e viene impiegato per scaldare l’assorbitore, un componente che poi lo trasferirà al fluido termovettore che scorre nelle tubazioni del pannello. L’acqua, così riscaldata, sarà quindi disponibile all’utilizzo o potrà essere raccolta e immagazzinata.
Esistono varie tipologie di impianti solari termici che si possono distinguere in base alla modalità di circolazione del fluido e alla tecnologia che sfrutta il collettore. Descriviamo le più importanti.
Solare termico a circolazione naturale e forzata
In base alla modalità di circolazione dell’acqua si distinguono due tipologie di pannelli solari termici: a circolazione naturale e a circolazione forzata.
Nella prima tipologia la circolazione dell’acqua è assicurata dall’azione della differenza di densità, questa fa in modo che i liquidi caldi tendano a spostarsi verso l’alto mentre quelli più freddi scendono verso il basso. Affinché sia sfruttare questo principio è necessario che il serbatoio sia posizionato al di sopra del pannello. Questa soluzione è attualmente meno utilizzata perché durante l’inverno il serbatoio, molto esposto, riduce l’efficienza dell’impianto.
La tipologia si solare termico a circolazione forzata, invece, consiste in impianti che prevedono l’installazione di una pompa di circolazione. Grazie all’azione della pompa, in questo tipo di impianto è possibile posizionare il serbatoio di accumulo lontano dai pannelli. Una caratteristica che rende la tipologia a circolazione forzata più facile da adattare alla struttura degli edifici e da integrare dal punto di vista architettonico.
Per alla sua versatilità, questa tipologia viene impiegata con successo anche in ambito non domestico, come ad esempio su capannoni industriali.
Altre tipologie
Ulteriori distinzioni tra diverse tipologie di impianti termici solari dipendono dalla tecnologia utilizzata nei collettori. Ecco tre tipologie di pannelli:
- Pannello solare piano vetrato e scoperti
- Pannello solare termico sottovuoto
- Pannello solare termico selettivo
I collettori piani vetrati presentano una camera isolata composta da una lastra di vetro trasparente e una scocca isolata sottostante. Questi due componenti creano l’effetto serra permettendo il passaggio delle radiazioni in ingresso e bloccando quelle in uscita. All’interno della camera è montato il già citato assorbitore che trasferisce il calore all’acqua circolante nei tubi. Una variante di questa tecnologia sono i collettori scoperti, ovvero esposti direttamente alla luce solare, che però hanno un’efficienza minore.
I pannelli solari termici sottovuoto, invece, hanno una struttura molto diversa: sono costituiti da una serie di tubi vetrati all’interno dei quali sono montati assorbitori isolati con il vuoto. Si tratta di una tipologia più costosa ma decisamente più efficiente e adatta anche a luoghi in cui le condizioni climatiche sono sfavorevoli.
Infine, i pannelli solari termici selettivi sono una tipologia simile a quella dei pannelli piani vetrati ma migliore in termini di efficienza energetica. A renderli più efficienti è un trattamento della superficie vetrata che riduce la dispersione di energia causata dalla capacità del pannello di riflettere la luce.
Quanto conviene il solare termico?
Come detto, un impianto solare può abbattere la bolletta del gas producendo acqua calda sanitaria e per il riscaldamento. È possibile, infatti, risparmiare fino al 60% sull’acqua calda e fino al 35-40% sul consumo di energia complessivo dell’edificio.
Per assicurare il massimo rendimento, naturalmente, è bene abbinare ai pannelli solari termici tecnologie a basso consumo come caldaie a condensazione, sistemi di riscaldamento a pavimento e pompe di calore.
Un ulteriore vantaggio è rappresentato dall’aumento del valore dell’immobile, perché l’installazione di un impianto solare termico ne migliora la classe energetica. Si tratta perciò di un ottimo investimento che è reso più accessibile dai vari sgravi fiscali e bonus previsti dal Governo.
Read MoreFacciamoci sentire boicottando tutti insieme il regime russo e la sua guerra in Ucraina: aderiamo allo STOP DELL’USO DEL GAS.
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Decreto energia, tutti gli interventi contro l’aumento delle bollette
Con il Decreto energia, pubblicato in Gazzetta Ufficiale qualche giorno fa, il governo italiano è intervenuto per ammortizzare l’aumento delle bollette energetiche.
Come è ormai noto, i costi del gas proveniente dalla Russia, già in aumento prima dell’invasione dell’Ucraina, sono cresciuti vertiginosamente. Questo ha provocato anche l’aumento delle bollette elettriche, dato che molta dell’energia elettrica viene prodotta utilizzando i metano russo.
Il Governo è al lavoro per elaborare una strategia che liberi l’Italia dalla dipendenza energetica dalla Russia di Putin e, contestualmente, tenta di arginare gli aumenti con questo decreto ad hoc. Una misura davvero necessaria, considerati i dati forniti da ADICONSUM, secondo cui i rincari toccano il 65% sulle bollette elettriche e il 59% su quelle del gas naturale.
Lo stanziamento previsto dal Decreto energia è di 8 miliardi di euro, dei quali circa 4 miliardi andranno alle filiere produttive che hanno subito il maggiore impatto dei rincari. I restanti fondi serviranno, invece, a incentivare l’efficientamento energetico e ad alleggerire il peso delle bollette di famiglie, imprese e attività commerciali.
Vediamo quali sono gli interventi principali previsti dal Governo nel Decreto energia.
Gli interventi principali contenuti nel Decreto energia
Contro l’aumento delle bollette
Con l’intento di calmierare i costi dell’energia, il Governo ha inserito nel Decreto energia:
- una riduzione al 5% dell’IVA applicata al metano impiegato a fini civili e industriali per i mesi di aprile, maggio e giugno 2022
- il potenziamento dei bonus sociali
Per quanto riguarda l’energia elettrica, invece, il Decreto cancella le aliquote sugli oneri di sistema per le utenze domestiche e non domestiche. Un provvedimento che include anche le utenze fino a 16,5 KW.
Inoltre, il potenziamento dei bonus sociali permetterà ai cittadini in disagio economico o in gravi condizioni di salute di beneficiare di tariffe agevolate per il secondo trimestre del 2022. Ecco i requisiti per accedere alle agevolazioni:
- un ISEE non superiore agli 8.265 euro
- un ISEE non superiore ai 20.000 euro, per le famiglie con più di quattro figli a carico
- essere titolari di Reddito di cittadinanza o Pensione di cittadinanza
- nessun tetto ISEE per i cittadini in gravi condizioni di salute che necessitano apparecchiature elettromedicali a elevato consumo di energia elettrica
Decreto energia a favore delle imprese
Con l’intento di supportare le imprese italiane in questa crisi energetica, il Decreto energia introduce un contributo straordinario sotto forma di credito d’imposta. Ne beneficeranno le attività produttive ad alto consumo di energia elettrica e gas. Nello specifico il credito d’imposta compenserà i rincari delle bollette del:
- 20% per le imprese energivore
- 15% per le imprese ad alto consumo di metano
Incentivi alla mobilità sostenibile
Nel Decreto troviamo anche il cosiddetto Fondo automotive, che è destinato all’acquisto di veicoli non inquinanti favorendo così la transizione ecologica nel settore dei trasporti.
Il fondo avrà a disposizione 700 milioni di euro per il 2022 e 1 miliardo di euro all’anno fino al 2030. Per conoscere i limiti e le modalità di erogazione delle agevolazioni i cittadini dovranno attendere un apposito Dpcm.
Snellimento della burocrazia sul fotovoltaico ad uso domestico
Per accelerare la transizione energetica e contrastare l’aumento delle bollette, il Decreto energia snellisce l’iter per ottenere il via libera all’installazione di pannelli fotovoltaici a uso domestico. È ora equiparata a un intervento di manutenzione ordinaria degli edifici.
Basterà, infatti, compilare il modulo (scaricabile online dal sito del GSE o da quello del Ministero dello Sviluppo economico) e inviarlo al gestore a inizio e fine lavori.
Le uniche limitazioni della nuova norma includono i beni vincolati che sono sottoposti al codice dei beni culturali e necessitano di specifiche autorizzazioni.
Stanziamenti ulteriori per lo sviluppo del meridione
Il Decreto energia contiene anche un fondo ad hoc per favorire gli investimenti nel Sud Italia. Sono pronti 145 milioni di euro l’anno fino al 2033 per le imprese che entro il 30 novembre 2023 investiranno nelle regioni del Sud.
Si tratta di un credito d’imposta, fruibile in compensazione, su investimenti volti all’efficientamento energetico e all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili.
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Rateizzazione delle bollette energetiche: ecco come avverà
La rateizzazione delle bollette energetiche è ora possibile, si tratta di una delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2022 per contrastare l’aumento dei costi energetici. I fornitori di luce e gas dovranno offrire ai clienti inadempienti la possibilità di pagare a rate l’importo dovuto.
L’intervento ha lo scopo di ridurre l’impatto economico di rincari che, come stimato da Confcommercio, arriveranno al 40% nel 2022. Se nel 2020 le famiglie spendevano 1320€ di media per luce e gas, quest’anno questa cifra potrebbe toccare i 1950€. Più nello specifico, la spesa per l’elettricità salirebbe di circa il 50% e quella per il gas di circa il 40%.
Con la delibera 636/2021/R/COM del 30 dicembre, ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha poi chiarito le modalità con cui gli utenti potranno accedere alla rateizzazione delle bollette e il meccanismo di anticipo degli importi rateizzati a favore dei venditori.
Vediamo nel dettaglio quanto stabilito da ARERA, ovvero come sarà possibile rateizzare le bollette e quali sono gli obblighi delle aziende venditrici.
Le modalità della rateizzazione delle bollette
La recente delibera di ARERA stabilisce che per le fatture emesse tra il 1° gennaio 2022 e il 30 aprile 2022, in caso di mancato pagamento, le aziende venditrici, unitamente alla comunicazione di sollecito o di costituzione in mora, dovranno inviare un piano di pagamento a rate e senza interessi degli importi. Questo, però, rispettando alcuni criteri:
- il piano deve avere una periodicità uguale a quella di fatturazione applicata al cliente finale da contratto
- il numero delle rate successive non cumulabili deve essere uguale (o maggiore) al numero di bollette emesse di norma nell’arco di 10 mesi
- La prima rata del piano di rateizzazione delle bollette deve essere di valore pari al 50% dell’importo totale da pagare, mentre il restante 50% potrà essere spalmato equamente sulle rate successive. Inoltre, nel caso in cui l’importo dovuto dal cliente fosse inferiore a 50 euro, potrà essere recuperato attraverso un numero minore di rate.
Il provvedimento si applica a:
- clienti domestici energia elettrica e gas
- condomini gas uso domestico con consumo inferiore a 200.000 Smc
Che siano inadempienti per fatture emesse nel periodo 01/01/2022 – 30/04/2022.
Gli altri interventi del governo sul caro bollette
Il Governo ha stanziato 3,8 miliardi di euro per attenuare i rincari a carico dei consumatori, fondi che serviranno a:
- azzerare i famigerati oneri di sistema sulle utenze elettriche domestiche e non domestiche in bassa tensione e sulle utenze per usi diversi con potenza disponibile fino a 16,5 kW
- ridurre l’IVA al 5% per il gas naturale su tutte le utenze
- confermare l’azzeramento degli oneri di sistema sul gas naturale per tutte le utenze, domestiche e non, già approvato per il IV trimestre 2021
- confermare il potenziamento del bonus per gli utenti economicamente svantaggiati o in gravi condizioni di salute (commi 503-512)
Read MoreCi auguriamo che questo articolo ti sia piaciuto. Se sei interessato ai temi del risparmio energetico e dell’energia pulita, Futura Energie è il fornitore perfetto per te!
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Luce e gas aumentano ancora: Passa al mercato libero
Nel mese di aprile 2021 le bollette di luce e gas hanno visto un ulteriore rincaro, la buona notizia però è che gli aumenti non riguardano i clienti del mercato libero.
Si tratta, infatti, di un aumento già annunciato da ARERA dopo quello dei mesi di ottobre 2020 e gennaio 2021 e si applica solo ai contratti d’energia a maggior tutela.
Parliamo di rincari intorno a +3.8% per l’energia elettrica e +3.9% per il gas. Vediamo ora a cosa sono dovuti.
Le ragioni dei rincari di luce e gas
Il rincaro dei prezzi è dovuto a un aumento del costo delle materie prime. Per quanto riguarda il gas, è dipeso per la maggior parte dalle temperature particolarmente rigide dello scorso inverno.
Il prezzo dell’energia elettrica, oltre al rincaro del gas, ha subito la significativa crescita del prezzo della CO2, che ha superato i 40 euro a tonnellata nel marzo 2021. A causa di ciò, è cresciuto anche il PUN (il Prezzo Unico Nazionale dell’energia elettrica) che ha toccato i 58 euro per MWh.
Da qui gli adeguamenti di luce e gas effettuati dall’Autorità e i rincari sui contratti a maggior tutela.
Il sostegno dell’Autorità alle piccole imprese
Le piccole imprese italiane, fortemente penalizzate dalle restrizioni dovute alla pandemia, beneficeranno di uno sconto sulle bollette di luce e gas da parte di ARERA in applicazione del Decreto Sostegni. Inoltre, sarà rinviato l’aumento previsto degli oneri di sistema.
Lo sconto in questione riguarderà soprattutto esercizi commerciali in difficoltà per le chiusure forzate. Si tratterà di un sconto fino a 70 euro al mese (per clienti con contratto da 15 kW), sulle quote fisse delle bollette per i mesi di aprile, maggio e giugno.
Dovrebbero beneficiarne circa 3,7 milioni di soggetti.
Contenere i costi passando subito al mercato libero
La crescita delle tariffe di luce e gas del mercato tutelato potrebbe, in seguito, portare a un progressivo aumento dei prezzi anche nel mercato libero.
Ecco perché la cosa più conveniente da fare è scegliere un’offerta del mercato libero al più presto senza aspettare la fine della maggior tutela, prevista per la fine del 2022.
Molte di queste offerte garantiscono un prezzo bloccato per un determinato tempo, ciò significa che è necessario affrettarsi per ottenere la tariffa migliore sul mercato.
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A presto!
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Smartworking e DaD: aumenta la spesa energetica delle famiglie
Lo smartworking e la DaD (didattica a distanza) sono le soluzioni imposte dallo Stato nel lavoro e nell’istruzione per garantire il distanziamento sociale durante la pandemia.
Le scuole sono state le prime a chiudere per salvaguardare la salute degli studenti. È stato grazie alla tecnologia se le lezioni hanno potuto continuare, seppur ridotte, e portare a termine l’anno scolastico.
Analogamente, nel mondo del lavoro la possibilità per gli impiegati di lavorare dalla propria abitazione ha permesso a molte aziende di attutire il colpo.
Ora che abbiamo ricapitolato i vantaggi che hanno offerto queste innovazioni, interroghiamoci sul rovescio della medaglia.
Parliamo dell’aumento dei consumi energetici delle abitazioni, che con smartworking e DaD ospitano gli inquilini per molte più ore al giorno.
Questo determina maggiori consumi per riscaldamento/climatizzazione, illuminazione ed elettrodomestici. Li vedremo nel dettaglio nel prossimo paragrafo.
L’aumento dei costi ricade sulle famiglie
Facciamo riferimento a una recente ricerca di Sostariffe.it che si è concentrata su tre profili di consumatore, ovvero single, coppie e famiglie.
Di ciascun profilo è stata poi calcolata la spesa annuale e stimato l’incremento dei consumi dovuti a smartworking e DaD.
Ed ecco i risultati.
I single hanno visto un aumento delle spese di 145 euro, le coppie hanno dovuto pagare 193 euro in più rispetto al passato, mentre per le famiglie l’aumento della spesa è stato di ben 268 euro.
I nuclei familiari presi in considerazione dallo studio sono quelli composti da due genitori e un figlio. La spesa media per le bollette di queste famiglie nel 2020 è stata di 2.058 euro, (1.661€ per luce e gas, 397 € per la connessione ADSL) 268€ in più rispetto al 2019.
Per i single si è trattato di una spesa totale di 1.116 euro (719 € per luce e gas, 397 € per internet), mentre le coppie la spesa complessiva ha toccato i 1.484 euro per le bollette (1.087 € per luce e gas e 397 € per internet).
Scadenza e bonus smartworking
Lo smartworking semplificato non sarà più in vigore dalla fine del mese di marzo, ma di questi tempi non è possibile prevedere eventuali proroghe.
In ogni caso, molte aziende che hanno sperimentato lo smartworking non torneranno più indietro.
Per compensare gli aumenti dei costi è in arrivo dal governo un bonus ad hoc che dovrebbe coprire le spese sostenute per le utenze, nonché la perdita dei buoni pasto e degli straordinari.
Per risparmiare davvero
Il bonus smartworking sarà molto probabilmente un contributo una tantum. Se vuoi davvero risparmiare su luce e gas, scegli il fornitore giusto.
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Bonus sociale 2021: dal 1° gennaio diventa automatico
Anche per il 2021 sarà garantito il bonus sociale alle famiglie in condizioni di disagio economico o fisico, oltre che ai nuclei familiari numerosi.
Per avere accesso al consueto sconto sulle bollette di luce, gas e acqua potabile, però, quest’anno la procedura sarà molto più semplice.
Dal 1° gennaio l’agevolazione diverrà automatica.
Ciò significa che i potenziali beneficiari del bonus sociale non dovranno presentare alcuna la richiesta di ammissione, perché il bonus sarà calcolato in base al numero di componenti della famiglia e alla tipologia dell’agevolazione.
Nel 2019, secondo i dati della ARERA:
- 970.277 famiglie hanno usufruito del bonus elettrico. 829.209 per disagio economico e 41.068 per disagio fisico. Per uno stanziamento totale di 135,5 milioni euro;
- 558.514 famiglie hanno avuto il bonus sociale gas. Stanziamento di 76,2 milioni di euro;
- 447.213 famiglie hanno ottenuto il bonus idrico. Stanziamento di circa 13,7 milioni di euro.
Veniamo ora ai requisiti necessari per rientrare tra i beneficiari del bonus sociale 2021.
I requisiti per il bonus sociale: ISEE e figli a carico
Abbiamo detto poc’anzi che l’assegnazione del bonus sociale avverrà in modo automatico, ma quali sono le soglie di reddito per accedervi?
Innanzitutto, è fondamentale certificare la condizione di vulnerabilità economica del nucleo familiare attraverso il ben noto a tutti ISEE, ovvero indicatore della situazione economica equivalente.
Potranno beneficiare del bonus sociale 2021:
- tutte le famiglie che non supereranno la soglia di 8.265 euro (per tutti i bonus);
- le famiglie con oltre 4 figli a carico che non supereranno la soglia di 20mila euro.
- In alternativa, i nuclei familiari che non sono titolari di reddito o pensione di cittadinanza o di carta acquisti (per il bonus elettrico).
Bonus sociale: gli importi
I bonus luce, gas e acqua hanno tutti la durata di dodici mesi, mentre l’importo varia:
- Luce. Varia in base al numero dei componenti della famiglia: 125 euro per 1-2 componenti; 148 euro per 3-4 componenti; 173 euro da 4 componenti in su. Lo sconto avviene direttamente sulla bolletta elettrica, rateizzato nelle bollette dei 12 mesi successivi alla presentazione della domanda.
- Gas. Varia a seconda della categoria d’uso associata alla fornitura, alla zona climatica del punto di fornitura e al numero dei componenti della famiglia: 32 euro fino a 4 componenti a prescindere dalla zona climatica solo per acqua calda sanitaria e cottura. Oppure, includendo anche l’uso per il riscaldamento, da 72 euro per zona climatica A/B a 183 euro per la zona climatica F.
- Acqua. Il bonus idrico garantisce la fornitura gratuita di 18,25 metri cubi di acqua all’anno a componente (50 litri per persona al giorno). Riguardo all’importo, invece, bisogna contattare il proprio gestore, in quanto le tariffe idriche non sono le stesse su tutto il territorio.
I tempi dell’erogazione
I tempi di attesa per ricevere il bonus dipendono dai vari step che la richiesta deve superare prima di essere accolta.
Dal momento in cui il bonus è in corso di erogazione, nella sezione “totale servizi di rete – quota fissa” della bolletta appariranno l’ammissione alla compensazione e il dettaglio dell’importo.
Read MoreSe ti sta a cuore il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente, scopri Futura Energie! Ti offriamo solo energia da fonti rinnovabili! Contattaci al numero verde 800 685 585 o tramite il nostro form.

Interruzioni di energia: le modalità del rimborso
In un recente articolo abbiamo trattato delle inaspettate interruzioni di corrente elettrica e dei casi in cui si può ottenere un rimborso.
Ora vogliamo scendere più in dettaglio a spiegarvi quanto vi spetta e in quali casi.
Prima di tutto, distinguiamo tre casi di interruzione della fornitura che possono verificarsi.
Interruzione della fornitura con preavviso
Quando il distributore deve effettuare interventi di manutenzione programmati sulla rete, dovrà necessariamente interrompere l’erogazione dell’energia elettrica.
In casi come questo, il distributore è tenuto ad avvisare i clienti con un anticipo stabilito in:
- 24 ore (minino) per guasti o emergenze
- 2 giorni lavorativi (minimo) in tutti gli altri casi
In ogni caso, l’erogazione deve essere ripresa entro un tempo massimo di 8 ore consecutive. Oppure, 8 ore non consecutive se da un eventuale ripristino provvisorio a una seconda interruzione passa solo un’ora. Ovvero, se la fornitura viene riattivata per meno di un’ora e poi interrotta nuovamente.
Vuoi sapere tutte le specifiche sull’interruzione, come origine, causa, inizio e fine, etc…? È tuo diritto chiederle al tuo fornitore.
Interruzione della fornitura con mancato preavviso
Sono interruzioni non dovute a interventi programmati dal fornitore e possono essere, a seconda della durata:
- lunghe, quando si hanno oltre 3 minuti di interruzione
- brevi, se manca la corrente tra un secondo e 3 minuti
- transitorie, se sono minori di un secondo e appena percettibili
Black out
Eventi eccezionali, come danneggiamenti delle linee elettriche causati da condizioni meteorologiche estreme e black out, possono determinare interruzioni improvvise della fornitura.
Si tratta di eventi che interessano zone piuttosto ampie e, di conseguenza, numerose famiglie.
In questi casi non è necessario fare richiesta di rimborso. Sarà l’Autorità a incaricarsi di rimborsare direttamente gli utenti nella prima bolletta utile trascorsi 60 giorni dall’interruzione.
Se ciò non dovesse accadere, è possibile fare domanda di rimborso al fornitore o al distributore di zona entro 6 mesi dall’interruzione.
È bene precisare che ai clienti morosi questo rimborso potrebbe non essere riconosciuto, in quanto non è in regola con i pagamenti.
I rimborsi: vediamo le cifre
E ora arriviamo al dunque. Ecco i rimborsi previsti in caso di interruzione, le ore si intendono consecutive (o non consecutive, nel caso che abbiamo spiegato sopra).
Nelle interruzioni senza preavviso il rimborso dipende dal numero di abitanti del territorio e, in particolare:
- con più di 50.000 abitanti, il tempo massimo di ripristino è 8 ore e l’indennizzo automatico 30€
- da 5.000 a 50.000 abitanti, il tempo massimo di ripristino è 12 ore e l’indennizzo automatico 30€
- con meno di 5.000 abitanti, il tempo massimo di ripristino è 16 ore e l’indennizzo automatico 30€
Nelle interruzioni con preavviso:
- il tempo massimo di ripristino è 8 ore e l’indennizzo automatico 30€
- il numero degli abitanti del territorio interessato non è rilevante
Indipendentemente dal caso il rimborso aumenterà di 15 € ogni 4 ore aggiuntive di interruzione, ciò fino ad un massimo di 300€.
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Sospensione dei pagamenti delle bollette: facciamo chiarezza sui vari decreti
È importante fare alcune precisazioni perché da alcuni giorni vengono diffuse molte notizie discordanti e lontane dalla verità.
Visto le attuali norme adottate dal governo per fronteggiare l’emergenza Covid-19 in materia di utenze luce e gas, acqua e rifiuti, è importante fare alcuni approfondimenti. Infatti, da alcuni giorni vengono diffuse molte notizie discordanti e lontane dalla verità.
Pertanto, vogliamo fare chiarezza sulle uniche delibere che l’ARERA ha divulgato fino a oggi e approfondirle per dare le corrette indicazioni per attuare il pagamento delle utenze.
L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente ha stabilito con due delibere:
Delibera 12 marzo 2020 60/2020/R/com e la Delibera 17 marzo 2020 75/2020/R/com
La delibera 60 di fatto sospende tutte le applicazioni del Regolatorio riguardante i distacchi o le sospensioni di morosità: dal 10 marzo 2020 al 3 aprile 2020 sono sospesi e con effetto retroattivo, tutte le precedenti costituzioni messe in mora e sospensioni delle forniture per mancato o tardato pagamento.
A far fede da detta data ogni costituzione di messa in mora decade.
In virtù di questo, le società di distribuzione hanno provveduto alla riattivazione di tutti i punti di fornitura sospesi per morosità sul territorio nazionale.
Attenzione, però: la delibera non parla di alcuna sospensione dei pagamenti dovuti, la incauta e tortuosa impalcatura della delibera è volta a impedire alle società di vendita d’inviare sospensioni o distacchi per mancato pagamento delle utenze.
Questo vuol dire che le società continuano ad avere crediti esigibili nell’immediato a favore dei clienti e che, salvo ulteriori deroghe, dal 4 aprile potranno nuovamente procedere con l’invio di costituzione messa in mora e conseguente distacco.
La Delibera 60 si applica ai seguenti soggetti (estratto articolo 1.1.):
a) nel settore dell’energia elettrica, i clienti titolari di punti di prelievo in bassa tensione di cui al comma 2.3, lettere a), b) e c) del TIV;
b) nel settore del gas naturale, i clienti titolari di punti di riconsegna appartenente alla tipologia di cui:
i. al comma 2.3, lettera a) del TIVG;
ii. al comma 2.3, lettere b) e d), con consumo non superiore a 200.000 Smc/anno;
Il messaggio più pericoloso che sta circolando nel web afferma che la sospensione riguarda anche i pagamenti. Questa fake news sta portando diversi utenti ad accumulare debito per le bollette che pensano di poter non pagare.
La situazione sta destando molta preoccupazione anche negli operatori del settore che da qualche giorno stanno facendo tam-tam per creare un’associazione di categoria per garantire anche la loro rappresentanza in organi istituzionali.
Si calcola, infatti, in modo grossolano ritardi negli incassi mensili tra il 30% ed il 40% del totale, se consideriamo che il mondo delle utility luce e gas ha un fatturato lordo stimato di 100 miliardi l’anno, i numeri sono davvero preoccupanti.
La paura principale è che l’intera filiera italiana possa essere danneggiata.
La Delibera 75 riprende quanto definito dal Decreto Legge emanato il 9 e 11 marzo 2020 e ne definisce l’attuazione.
Questo decreto, infatti, è stato emanato per aiutare i consumatori presenti in quella che era definita “zona rossa “, ovvero per i Comuni di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini, Vò.
A sostegno di questo la delibera dell’ARERA pubblicata in data 18/03/2020 definisce per quei comuni la sospensione dei pagamenti delle bollette fino al 30 aprile 2020, richiamando la delibera 60 specifica che la sospensione viene applicata anche per le fatture già scadute al momento dell’entrata in vigore del decreto.
In fine con la delibera 76 si affronta l’argomento bonus sociale, molto caro a tantissimi consumatori.
In sostanza, la delibera definisce che per il periodo 1° marzo – 30 aprile, al fine di garantire la continuità di erogazione dei bonus ai cittadini che ne hanno diritto, il provvedimento dispone che a coloro che dovessero rinnovare la domanda di bonus oltre la scadenza originaria prevista dalla regolazione, ma comunque entro i 60 giorni successivi al termine del suddetto periodo di sospensione, sia garantita la continuità dei bonus medesimi, con validità retroattiva a partire dalla data di scadenza originaria e per un periodo di 12 mesi.
Aggiornamento!
Le disposizioni delle delibere, come annunciato dal Presidente del Consiglio, sono state prorogate fino al 3 maggio.
Ci auguriamo che la situazione dell’emergenza migliori e che si tratti dell’ultima proroga in vista del graduale ritorno alla normalità.
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Autolettura del contatore: è facile se sai come farla
Parliamo di autolettura quando il cliente rileva i consumi reale della sua utenza e li invia al proprio fornitore. È una procedura molto semplice da eseguire, grazie al design dei contatori attuali che consente di individuare i valori rapidamente.
Ma è conveniente per il cliente rilevare in autonomia i consumi o è preferibile ignorarla?
Autolettura del contatore: perché effettuarla con regolarità
Effettuare periodicamente l’autolettura dei contatori è molto importante e può risultare in un risparmio rilevante per il cliente. In assenza di autolettura, infatti, vengono addebitati consumi stimati, consumi presunti calcolati sulla base dei dati storici dell’utente stesso.
È molto frequente che i consumi stimati siano inferiori a quelli reali e questo determina che in una delle bollette successive il cliente potrà trovare la voce “conguaglio”. In questo modo il fornitore compensa la differenza tra i consumi presunti e quelli effettivi addebitandoli tutti in una volta sulla bolletta.
Per evitare bollette molto “salate” e inaspettate, il consiglio è effettuare l’autolettura con regolarità, e pagare, quindi, sempre per l’esatto consumo fatto.
Come effettuare la propria autolettura
La procedura è piuttosto semplice. Prima di tutto, però, è necessario reperire sulla propria bolletta il periodo di tempo entro il quale comunicare i dati.
I fornitori, solitamente, fissano la data riferendosi a un periodo precedente all’emissione della bolletta successiva. Oltre a questo, al momento dell’invio dei dati, il cliente dovrà avere con sé anche il codice cliente, in modo da poterlo comunicare al fornitore di servizi insieme alla lettura.
I canali attraverso cui trasmettere i dati dell’autolettura sono diversi e variano da fornitore a fornitore, ma spesso il cliente ha a disposizione un numero di telefono, un sito web, un numero per sms, una mail, una chat o persino un’applicazione mobile.
Nella successiva bolletta il cliente potrà facilmente verificare che la comunicazione sia andata a buon fine e che il fornitore abbia inserito correttamente i dati dell’autolettura.
L’autolettura sul contatore della luce
A seconda del dispositivo installato la procedura di lettura può variare. Vediamo nel particolare come si effettua:
I contatori di recente installazione sono elettronici e piuttosto semplici da leggere. Basterà premere il tasto accanto al display ripetutamente, finché non appare il valore relativo al consumo.
Viene indicato, solitamente, con il codice “A1 LETTURA= …….”. La parte dopo l’uguale (=) è costituita da numeri e indica i kWh rilevati dal contatore fino a quel momento all’interno della F1.
Il dato che sarà poi fatturato sarà la differenza tra questo valore e quello rilevato nella precedente lettura.
F1, F2, F3 sono i codice che corrispondono alle tre fasce orarie in cui è diviso il calcolo dei consumi.
La F1 riguarda le ore di maggior utilizzo dell’energia, le “ore di punta”, ovvero dalle 8 di mattina alle 19 di sera, dal lunedì al venerdì, festività escluse.
Le F2 e F3 si riferiscono alle “ore intermedie” (7-8 del mattino, 19-23 dal lunedì al venerdì. 7-23 il sabato) e alle “ore fuori punta” (0-7, 23-24, dal lunedì al sabato e tutte le ore nei festivi).
Anche i valori rilevati in queste fasce devono essere comunicati. Premendo ancora il tasto, dopo A1, appariranno A2 e A3, i valori corrispondenti alle fasce F2 e F3.
L’autolettura sul contatore del gas
Per quanto riguarda la fornitura del gas naturale, i moderni modelli di contatore sono in grado di inviare automaticamente via WiFi i dati visualizzati sul display al fornitore.
Purtroppo, sulla maggior parte dei dispositivi non è ancora attiva la telelettura. Per questo motivo, ancora per un po’ di tempo, il cliente è incaricato di comunicare i dati dei consumi al proprio fornitore.
Anche nel caso del contatore del gas, la lettura si effettua premento il tasto vicino al display.
Fatto ciò, il display mostrerà un menù in cui saranno disponibili di dati: il consumo di gas, il codice PDR, lo stato della valvola, la data della chiusura o il tempo trascorso dall’ultimo rilevamento e la portata massima.
Premendo diverse volte il tasto si arriverà alla cifra espressa in metri cubi corrispondente al consumo di gas. Questa cifra dovrà essere comunicata senza i decimali, cioè riportando solo le cifre a sinistra della virgola.
Ancora molto diffuso nel nostro Paese è, invece, il contatore a rulli. Le cifre da prendere in considerazione, in questo caso, saranno solo quelle nere posizionate sulla sinistra, tralasciando le cifre rosse sulla destra.
A prescindere dalla tipologia e il modello di contatore, è fondamentale non considerare gli zeri posti all’inizio, in quanto inutili nella quantificazione del consumo.
Hai dei dubbi? Chiamaci!
Se sei già cliente di Futura Energie e non sei sicuro della tipologia del tuo contatore o delle modalità di lettura e comunicazione, niente paura!
Chiamaci al numero verde 800 685 585 e risponderemo a tutte le tue domande.
Con Futura Energie non sei mai solo!